Capitolo Quarto
Il lavoro riprese nello studio medico, nonostante l’atmosfera fosse completamente diversa da quella che era stata prima degli ultimi avvenimenti: la vita doveva continuare, anche se il pensiero di Wendy era spesso rivolto a quei due, a dove erano finiti e al loro destino.
L’unica che era fuori da questa storia era Joanna che tra l’altro si stava occupando di un caso difficile: una coppia che non potendo avere figli si era rivolta a lei per trovare un ‘utero in affitto’.
Era una delle tante alternative che potevano scegliere le coppie con difficoltà di procreazione: un ovulo veniva fecondato in vitro e impiantato nell’utero di una portatrice che dopo la gravidanza e il parto consegnava il bambino ai legittimi genitori.
Tecnicamente l’operazione era semplice ma comportava una serie di problemi psicologici non indifferenti, primo fra tutti la scelta della portatrice: Ana si era subito offerta, aveva già partorito due volte con facilità e questo terzo bambino le avrebbe procurato un bel gruzzoletto di dollari dei quali lei aveva bisogno.
Joanna rifiutò con decisione la ‘generosa’ offerta; non si fidava della ragazza, non voleva complicazioni sul lavoro, ma accettò di andare a conoscere alcune sue amiche.
Preferiva vederle nel loro ambiente e così aveva programmato una visita nel Queens, stesso quartiere dove aveva vissuto lo ‘Stalker’
Ana era tutta eccitata di accogliere la dottoressa a casa sua, farle conoscere i suoi bambini e la sua eterogenea famiglia
Joanna attraversava quella enorme periferia della città solo per andare a prendere l’aereo, visto che i maggiori aeroporti di New York si trovavano in quella contea.
Quel pomeriggio seguendo le indicazioni di Ana e affidandosi a un tassista molto preoccupato di lasciare l’elegante signora in quella strada di casette tutte uguali e con tanta gente strana in giro, si ritrovò all’indirizzo scarabocchiato sul foglio.
Pregò il tassista di aspettarla, scese dall’auto e un gruppo di bambini scatenati la circondò e la trascinò nella veranda dove tra sedie a dondolo e sgabelli c’era Ana che col suo sorriso luminoso la accolse con un abbraccio.
Le presentò una serie di donne di ogni età: mamma, nonne, bisnonne, zie, cugine; era impossibile collegare nomi e parentele.
Nel giardino dietro alla casa un gruppo di uomini bevevano birra e giocavano alle carte: erano i vari mariti, amanti, padri di quella comunità di ispanici che costituiva la famiglia di Ana.
Lei era completamente diversa da come appariva in studio: felice, a suo agio, mamma attenta di quei due scatenati e bellissimi bambini che erano i suoi figli.
Joanna fu rimpinzata di una gran quantità di cibo pesantissimo e di odore non molto gradevole.
Quando la situazione si calmò un poco, cominciò ad osservare le ragazze presenti in cerca di una che le sembrasse adatta al suo scopo.
Erano carine, simpatiche e affiatate tra di loro, al contrario delle madri o zie che discutevano animatamente, dimostravano molti anni in più ed erano tutte sovrappeso.
Ne adocchiò una più tranquilla delle altre, capelli lunghi raccolti in una treccia, solo un braccialetto
al polso ed una semplice collanina che faceva risaltare ancor più tutta la bigiotteria chiassosa e di poco gusto delle altre.
Le si avvicinò, si chiamava Rosabel e frequentava corsi serali per diventare infermiera, di giorno lavorava dove capitava ma il lavoro scarseggiava e temeva di dover interrompere la scuola.
Joanna le chiese il numero di telefono e salutò l’allegra compagnia
Le visite allo studio di Wendy dell’Ispettore Climber si facevano sempre più frequenti e al mattino se lo ritrovava in sala d’aspetto a chiacchierare
Ma cosa era diventato quello studio? Un luogo per far innamorare le persone? Solo Wendy era l’unica seriamente preoccupata per la sparizione di quei due, anche il marito della ‘Depressa’, dopo la denuncia alla polizia non si era più fatto vivo.
Quello che più era inspiegabile per Wendy era che mentre la sua paziente aveva organizzato per bene la sua fuga, lo ‘Stalker’ era fuggito abbandonando tutto quello che possedeva.
Sicuramente era successo qualcosa quella notte del concerto che aveva impedito a lui di passare da casa a prendere le sue cose, anche quei documenti che riguardavano le accuse che la sua ex gli aveva fatto, i rapporti del Giudice e degli avvocati.
L’Ispettore Climber, dopo aver flirtato con Frida, quella mattina, la raggiunse nel suo studio e Wendy gli espose le sue perplessità: non sembrava molto colpito da quello che lei diceva.
La informò che avevano diramato le foto segnaletiche dei due fuggitivi, controllato aeroporti, stazioni, frontiere: nessuna traccia, spariti nel nulla
Il marito della ‘Depressa’ sembrava rassegnato, aveva ripreso a lavorare a pieno ritmo, l’unica preoccupata restava Wendy.
Uscito Climber, entrò Joanna che voleva parlare con lei di una faccenda di lavoro: le spiegò che aveva scelto Rosabel, la cugina di Ana, come portatrice per l’inseminazione artificiale della quale si stava occupando.
Le chiese se poteva dare un aiuto psicologico alla ragazza e Wendy fu ben contenta di avere qualcosa di bello e di diverso di cui occuparsi, tanto più che Dave continuava a rimanere a Sedona, sempre più contento della sua squadra e della presenza di Ted.
I due, con i ragazzi della ‘DABLIUDI’, il massaggiatore e il tecnico, alloggiavano in un magnifico resort e facevano quello che più dava loro soddisfazione: pedalare e occuparsi della squadra. Ted, che era medico, aveva rispolverato le sue nozioni di fisiatria e ortopedia ed era d’aiuto al massaggiatore.
Al mattino si svegliavano presto e organizzavano un percorso per la giornata basandosi sul vento, sul tempo e sul traffico che avrebbero trovato sulle strade.
Dopo una abbondante colazione partivano e la maggior parte delle volte anche Dave e Ted in bici, altrimenti seguivano i ragazzi in auto con il tecnico e tutto ciò che serviva durante la corsa: bici, ruote, pezzi di ricambio e borracce, cibo e altro.
Tornavano nel pomeriggio e dopo le varie tecniche di rilassamento, massaggi, una bella nuotata in piscina finalmente il riposo.
I ragazzi si dedicavano ai loro video giochi preferiti. Due di loro facevano sognare Dave: uno era un ottimo scalatore e l’altro un velocista che avrebbe vinto senz’altro qualche volata.
Ted aveva contattato un amico imprenditore che era anche interessato al ciclismo: trovò così lo sponsor. Era fatta:
ormai avevano tutte le carte in regola per entrare ufficialmente nel mondo del Ciclismo!