I froci portano lo smalto.
Era solo un gioco, papà.
Un gioco da froci.

E già Hugh si era sfilato la cinta per impartire a suo figlio Simon una indimenticabile lezione di vita, quando Muriel, scivolando silenziosa alle sue spalle, calò con tutte le sue forze una vigorosa padellata sulla testa del marito mandandolo al pavimento.
Lo hai ucciso?
Nella domanda di Simon non c’era apprensione, ma sollievo.
No, si sveglierà con un gran mal di testa e niente altro. Se siamo fortunati avrà un’amnesia e non  ricorderà nulla ma, in ogni caso, è meglio che tu non ti faccia vedere per ora. Vai da Sarah e aspettami da lei che verrò a prenderti  quando avrò sistemato la faccenda.
Era scesa in cantina, Muriel, dove aveva scovato una robusta corda ed  un rotolo di nastro adesivo poi, con un bel pò di fatica, era riuscita a trascinare Hugh sul letto e a  togliergli la camicia prima di legargli i polsi alla spalliera.
L’ematoma che gli aveva procurato era molto grande, al risveglio avrebbe avuto un emicrania bella forte.
E avrebbe cominciato a lamentarsi, perchè Hugh non sopportava nemmeno un milligrammo di dolore.
Con cura, Muriel, distese la larga striscia di adesivo sulla bocca del marito, assicurandosi della sua aderenza.
Poi gli sfilò anche i pantaloni e si distese al suo fianco, in bigodini e vestaglia, in attesa che lui rinvenisse.
Si risvegliò accanto ad un Hugh furioso che scalciava come una bestia in trappola.

Sai Hugh, è in queste situazioni che si valuta la propria capacità di fronteggiare l’imprevisto e tu mi stai deludendo. Sei un idiota se pensi che dimenandoti come un ossesso tu possa riuscire a liberarti. Ecco, non volevo farlo ma mi costringi a legarti anche i piedi. Tutta questa agitazione ti procurerà solo un mal di testa più forte. Devo proprio dirtelo ma in tutti questi anni sei stato un vero stronzo con me e con i ragazzi. Ci hai costretto a vivere sotto la tua legge. A sopportare le tue angherie, i tuoi umori ed i tuoi tradimenti. A fare a modo tuo, sempre e senza discutere. La legge di Hugh. La legge del macho. Perché è questo che tu ti consideri, no? Un macho. Un vero uomo. I muscoli e tutti quei tatuaggi…guarda me, invece, come mi hai ridotta.
Muriel fece scivolare a terra la vestaglia  rimanendo nuda davanti a lui.
Nell’ossatura minuta sporgevano quelli che un tempo erano stati seni generosi e che ora ricadevano flosci sul ventre rimasto gonfio, segnato dalle cicatrici delle gravidanze e degli aborti
E’ per non vedere questo che quando mi scopi spegni la luce? E’ per non  vedere questo, vero? Bastardo…mi fai schifo. Sei solo un animale che grugnisce quando dorme, grugnisce quando scopa, grugnisce quando viene. Grugnisci sempre, Hugh, solo che tu non ti senti. Ma oggi la luce rimarrà accesa e così ti costringerò a vedermi perché oggi  la tua legge non conterà un cazzo.

Da un cassetto estrasse una bottiglina fucsia
I froci portano lo smalto, lo schernì facendogli il verso e mostrandogli il flaconcino.

Era solo un gioco di bambini, stronzo, ma tu avresti comunque ammazzato di botte tuo figlio.
Adesso gioca con me, Hugh, e fammi vedere quanto sei macho.

Muriel iniziò a pennellare le unghie dei piedi del marito che, nonostante le corde, cercava di impedirglielo.
Se ti muovi ancora, Hugh, giuro che ti conficco uno spillone prima nei capezzoli e poi nell’ uccello.
Questa minaccia fatta con voce calmissima indusse l’uomo a rilassare i muscoli e rimanere fermo
Devo dire che il fucsia ti dona. Non muovere i piedi che deve asciugarsi, ordinò perentoria mentre introduceva l’ultimo batuffolo di cotone tra le dita per impedire che si toccassero.
Ora ti dipingo le unghie delle mani  che, per come sono legate, non sarà facile, perciò cerca di stare fermo e non farmi innervosire, altrimenti sarò costretta a  spiegarmi con altri argomenti.
Sorrise di sghembo materializzando un lungo ago da materasso.

Le grosse mani di Hugh pendevano legate alla spalliera, la mano sinistra gravava sulla destra coprendola interamente cosicchè Muriel, per averne accesso dovette torcergli, verso l’esterno, il polso sinistro
Un singulto di dolore fuoriuscì dall’adesivo.

Mi spiace, Hugh, ma hai le dita di un babbuino e lo smalto non risalta. Devo radertele. Inutile che ti dica di stare buono, vero? Se stai fermo non sentirai troppo male.
Raccomandò Muriel tra le cui mani era apparsa una vecchia lametta annerita.

Sai quante volte ho pensato di tagliarmi le vene con questa? Ogni  fottuta volta che tu mi scopavi. Poi pensavo ai bambini e lasciavo perdere. C’era sempre un figlio a cui render conto, compresi quelli che non ce l’hanno fatta a nascere. Ma oggi si fa a modo mio. Oggi ci stiamo chiarendo.
Enfatizzò con allegria mentre con la lametta strappava via lembi di pelle dalle dita del marito che ciondolavano, inerti e scorticate, con le unghie sgargianti di fucsia.

Ho fatto il meglio che potevo, Hugh, ma le tue dita fanno davvero schifo.

Non si era accorta che lui era svenuto
S’infilò la vestaglia stringendola stretta  in vita con un lembo di corda avanzata, riavvolse un paio di bigodini nelle loro ciocche ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.