Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare il soffitto, anzi no, il pavimento.
Non capisco bene la situazione e ho soltanto ricordi confusi.
Dunque, ricordo un lungo periodo rinchiusa in una soffitta polverosa, a non far nulla, ad osservare i ragni che tessevano le tele: una noia mortale.
Poi duelle voci:
«E questa dove la portiamo?»
«Quella va in discarica.»
No, non era un incubo, la mia lunga vita era finita così, in una sporca discarica.
Ma allora adesso dove mi trovo?
Mi guardo intorno e mi scopro appesa ad una parete, al mio fianco una fila di biciclette vecchie come me,
ci sono anche monopattini e pattini a rotelle e ….
Quell’uomo! Lui mi ha smontata! Poi non ricordo nulla fino ad adesso.
Cerco di guardami e mi scopro verniciata di rosso, con le gomme nuove, il campanello che sbrilluccica e mi scopro anche con due rotelle in più.
Accidenti sono proprio carina!
Poi vedo un signore entrare sorridendo.
Lo riconosco! E’ il pover’uomo che mi ha portato via dalla discarica.
«E’ pronta la mia Graziella?»
Mi giro e mi ritrovo davanti due occhioni nocciola che mi fissano, incorniciati da un visetto rosa sul quale spicca una boccuccia che si apre in un «Ohh!» di puro stupore.
E’ una tenera ragazzina di cinque o sei anni, la guardo bene e mi accorgo che dalle gambette magre spuntano dei tutori metallici, e difatti lei si appoggia a due stampelle.
Povera piccola, ha difficoltà a camminare!
«Papà, papà ti prego dimmi che è lei!»
Entrano di corsa altre due bimbette che si affiancano alla prima e ripetono anche loro in coro «Ohh!»
«Questa è Graziella. La tua bicicletta.»
«Ma che bella papà, è fantastica!»
Il proprietario del negozio sorride al papà della bimba.
«Era da tanto che non lavoravo su una vecchia Graziella. Spero di aver fatto un buona lavoro. Per il pagamento non si preoccupi, non ho fretta, mi pagherà un po’ al mese.»
«Grazie, lei è un brav’uomo.»
I due si stringono la mano, poi il papà si rivolge alla piccoletta.
«Adesso potrai correre anche tu con le tue amiche, e se vorrai potrai portarla dentro scuola e muoverti senza le stampelle. Sei contenta vedo.»
Mi tirano giù dal gancio che mi tiene appesa al muro.
Le tre ragazzine iniziano ad accarezzarmi
«Ma la maestra la farà entrare?»
«Certo che lo farà, lei è una forte.»
«Dai Gaia, le parleremo noi, e sarà contenta. Adesso però sali e andiamo a giocare.»
Dopo tanto tempo sul mio sellino si siede qualcuno, qualcuno che mi ama davvero e io tornerò ad essere utile, ad essere viva.
Grazie Gaia, il nostro sarà un grande amore.