La fragilità di un amore.
Seduti al tavolo del ristorante, ti osservo mentre mangi. Sei taciturna e seria, questa sera, sembri distratta e persa in pensieri lontani.
È tutto il giorno che aspetto questo momento e il mio cuore palpita di amore e struggimento per te.
Verso il vino nel tuo bicchiere, ti prendo le mani tra le mie e ti fisso negli occhi scuri.
Come sono gelide le tue mani e come sono inespressivi i tuoi occhi! Sì, i tuoi occhi limpidi come due piccoli laghi di montagna, adesso sono così cupi che non ne vedo il fondo.
Mi sembri così fragile e indifesa, forse anche spaventata e in questo istante ti vorrei abbracciare per rassicurarti.
Apro la bocca per sussurrarti quanto ti amo ma tu m’interrompi ritirando bruscamente le mani e alzandoti di scatto, fredda, esclami:
«Scusa, mi dispiace, io non posso andare avanti così; non ti amo abbastanza, sono innamorata di un altro…».
Afferri la borsa e ti allontani. Il suono dei tuoi tacchi mi rimbomba nelle orecchie come un tuono, per lunghissimi e interminabili secondi.
Prendo dalla tasca la raffinata scatoletta di velluto blu, la apro, la appoggio accanto al mio bicchiere, guardo il piccolo brillante che sfavilla ignaro e riflette il colore del vino, lanciando intorno a sé piccoli bagliori rossi, simili alle gocce di sangue del mio cuore ferito.
Rimango immobile e inebetito, mi sento tradito e umiliato.
Poi mi riscuoto, pago, esco, mi avvio verso il parcheggio rigido come un manichino, incurante del freddo pungente e del vento che mi schiaffeggia il viso.
Passo accanto a una lacera senzatetto che mi allunga una mano sporca e macilenta nella quale lascio cadere la scatoletta maledetta insieme al mio cuore infranto.
Mi verrebbe da urlarti dietro “Stronza, puttana maledetta” e un sacco di altre cose su cui preferisco sorvolare, ma non ci riesco, sono solo un povero, deluso, fragile essere umano.
Allora penso, sconsolato: «Ho soltanto sognato, sono stato ingenuo e cieco e ho sbagliato, ho creduto in un amore eterno senza rendermi conto che era più fragile di una bolla di sapone. Eri proprio la donna sbagliata e accidenti a me e a quando ti ho incontrata!»
Matilde Falco – 19 ottobre 2014