Aprii la porta e feci un passo nella stanza.
«Ma Chris, che cazzo…!»
Il ragazzo mi guardò smarrito, inginocchiato a fianco del cadavere, le mani lorde di sangue. Un lungo palo di legno spuntava dalla cassa toracica sfondata del morto, come l’asta di una bandiera.
«Cosa è successo? Chi è questa persona?»
Chris ritrovò un minimo di lucidità. Si guardò le mani, poi alzò gli occhi verso di me. Due profonde occhiaie eano stampate sul suo viso, in una maschera grottesca
«È una storia lunga , Jade. Se te la raccontassi non mi crederesti mai.»
Guardai il morto, supino sul pavimento. Indossava un completo grigio di buona fattura, solo un po’ antiquato. Il sangue non fuoriusciva più dalla ferita, ma era ancora fresco e non aveva imbevuto i vestiti, segno che tutto era successo da poco, ma dal pallore del volto sembrava che la vita l’avesse abbandonato da giorni. Da secoli, mi venne in mente. Rabbrividii, e non perché avessi visto pochi cadaveri.
«Tu prova a raccontare, ma prima leviamoci di qui. Ti ha visto qualcuno?»
Il ragazzo scosse la testa.
«No, non credo, ma è tutto inutile…»
«Come sarebbe a dire?»
Chris non rispose. Si guardo ancora le mani e un lungo tremito scosse il suo corpo.
«È cominciato tutto con l’Acherontia Atropos…»
«Acherontia cosa?»
«La falena testa di morto.»
«Ah, sì! E cosa c’entra una farfalla con questo poveretto?»
«Lasciami parlare!» mi interruppe lui, con uno scatto. Adesso Chris sembrava aver ripreso vita, i suoi occhi brillavano di una luce febbrile.
«Tu sai che io ho sempre studiato il mondo dell’occulto, tutto quello che esiste dietro la cortina della realtà…»
«Sì,» mi lasciai sfuggire, «ricordo i libri che tuo padre ti aveva sequestrato perché ci passavi le notti invece di studiare. Il Necronomicon, il Picatrix, il De occulta philosophia…»
Non aveva aggiunto ‘quel bastardo’ ma era come se la frase fosse uscita lo stesso dalle sue labbra.
«Era solo preoccupato per te, ti sentiva dire che volevi diventare un investigatore e intanto crescevi a panini e Dylan Dog mentre il mondo di fuori correva veloce.»
«Studiavo. Facevo il mio dovere come tutti. Perché doveva starmi sempre con il fiato sul collo?»
«Cosa mi dici di questo?» lo interruppi indicando il cadavere.
«Già, lui! Te lo stavo spiegando. Avevo appena iniziato a consultare un libro antico che avevo trovato nella biblioteca del college…»
«Quale libro? Quello?» chiesi, indicando un volume rovesciato per terra con il dorso in alto, aperto a metà.
Chris ebbe un altro brivido.
«Sì, proprio quello. È un testo storico che parla dei fatti di Salem… L’avevo appena aperto cercando dei collegamenti con delle storie che avevo sentito da qualche parte, quando ho visto che tra le prime pagine era imprigionata quella farfalla…»
«L’Acherontia?»
«Sì, ma capisci, è una grossa falena non può venire schiacciata come una normale farfalla tra due pagine!»
Non commentai, e il ragazzo riprese.
«È stata questione di attimi: ho sfiorato con un dito le sue ali e le ho sentite fresche, setose.. . Ho pensato… Non lo so, forse non ho pensato niente: un istante dopo la farfalla ha preso vita, ha frullato le ali e si è sollevata nell’aria. Un bello scherzo… Sotto di lei il libro presentava come una cavità. Superato lo sgomento ho pensato che forse era stata creata apposta per consentire di alloggiare la falena senza schiacciarne il corpo anche se neppure questo avrebbe spiegato come… Comunque il buco sembrava profondo come se dovesse attraversare l’intero libro. Allora l’ho sollevato e ho guardato attraverso.»
Presi in mano il volume, lo rigirai e feci scorrere le pagine
«A me sembra un libro normalissimo.» dissi.
«’Quando la porta è attraversata, si chiude per sempre’.» citò il ragazzo.
«Attraversata da chi?»
«Da lui!» rispose, indicando il morto.
«Vuoi dire quell’uomo? Scherzi?»
«No, no! Ti giuro! Non è uscito così nella sua forma umana, era l’Acherontia, era l’anima dei morti!»
«Quando ha cominciato a volare è sparita nella semioscurità della stanza… E poi ho visto quest’uomo seduto vicino a me.»
«Sarà entrato senza che te ne accorgessi», azzardai.
«No, le porte erano chiuse. Non hai dovuto usare la chiave?» Era vero.
«Quell’uomo sorrideva», riprese, «ma aveva sul volto una espressione strana. Aveva profonde occhiaie che disegnavano sul suo viso il macabro simbolo della morte, del teschio, le unghie lunghe, curate come quelle di una donna.»
«E tu l’hai ucciso per questo?»
«Era lo spirito del male! Non potevo lasciarlo libero per il mondo, ed ero stato io a risvegliarlo! Così quando mi si è avvicinato io ho fatto un balzo indietro, rovesciando la seggiola. Nella caduta si deve essere rotta una gamba, l’ho afferrata e gliel’ho piantata nel petto, proprio quando si stava chinando su di me con i con i suoi orrendi denti…»
«Un vampiro, addirittura?» dissi senza riuscire a trattenere l’ironia.
«Non so cosa fosse, ma ho spinto il paletto dentro di lui più che potevo e così…»
Ero rimasto esterrefatto, forse ancora più per l’assurdità della storia che per quanto avevo visto. Che possibilità avevo di salvare quel ragazzo?
«E adesso?» chiesi «Cosa vuoi fare? Dobbiamo portare via il cadavere, farlo sparire. Se nessuno l’avesse visto entrare…»
«No è inutile», disse Chris, «c’è solo una cosa da fare, ancora.»
Si alzò, si pose a cavalcioni del morto e afferrato il paletto con entrambe le mani tirò con forza per estrarlo. Dopo alcuni tentativi, il palo di frassino scivolò fuori dalla ferita con un sinistro rumore di risucchio. Subito il corpo cominciò a trasformarsi: l’uomo divenne grigio, si rimpicciolì sempre di più fino a raggiungere le dimensioni della falena.
Guardai Chris prenderla delicatamente per un’ala e riporla nel libro. Come la pose su una pagina, sembrò sprofondargli dentro, come se avesse ritrovato la sua antica posizione. Il ragazzo rinchiuse l’antico le volume e la posò sul tavolo, fermandosi a contemplarlo. Avevo osservato l’intera scena senza riuscire ad emettere una sola parola.
«E ora?» chiesi, «cosa farai? Riporterai il libro in biblioteca?»
Chris sorrise, prese il libro e lo mise nel camino. Si recò al mobile bar, scelse una bottiglia di whisky e lo innaffiò per bene, poi accese un fiammifero.
«Credo proprio che prenderò una multa per la mancata restituzione,» disse, «per una volta è andata bene, ma è meglio che le creature dell’inferno restino a casa loro.»
Guardai quel ragazzo che credevo di conoscere al riflesso delle fiamme che danzavano nella semioscurità. Il suo profilo sottile, di adolescente che doveva ancora raggiungere la sua forma adulta, si stagliava contro il camino come un’ombra scura. Colpito da un’improvvisa illuminazione guardai ai suoi piedi, e mi resi conto che il suo corpo non proiettava alcuna ombra. Atterrito feci alcuni passi indietro, ma inciampai nel tappeto. A quel rumore Chris si voltò e vide dove era diretto il mio sguardo.
Fece un cenno d’intesa, scosse la testa e mi si fece più vicino. Fu allora che notai alla luce riflessa che le sue occhiaie si erano fatte ancora più profonde, e che le ombre sembravano disegnare sul suo volto una sorta di maschera, come un…