Consumano strade passi stentati,
bruciano tinte occhi dolenti,
ovattan l’aria orecchie sorde.

Così pare
finché m’è venuto incontro
nei suoi cerchi danzanti
un alito di vento
che solo non è.

S’abbocca e lo sento
mentre smetto il torpore
e sull’intorno materno
lo sguardo si muove.

Sto come le foglie
sui rami mormoranti,
sul mare della terra
mosse e raccolte,
in circolo sospese
e sull’altalene giocose.

Sulle spinte dell’aria
respiri d’altri sensi
e fra quelli resto in ascolto
finché un soffio m’attraversa
e occupa il mio spazio.

Indietro più pieno torna il vento
e m’avvolge in un abbraccio librato
che l’anima resuscita
e occupa il suo spazio.

Mi riappoggia gentile sulla strada
e per congedarlo
gli lascio addosso il mio profumo.

Alita vento,
sbuffa le sete dell’anima
e addobba le sue vesti.

(Foto dal web)