Mi piace molto passeggiare la mattina all’alba, sulla spiaggia o in campagna, quando non c’è nessuno intorno e la natura e gli animali si svegliano al nuovo giorno.
Cammino lentamente nel bosco, a qualche chilometro da casa, in un luogo chiamato ”Faggi di Benevento”, uno dei pochi boschi rimasti intatti, nonostante i numerosi incendi che si sono verificati negli anni in Liguria e m’immergo nella rigogliosa natura, silente e quieta.
Questa notte ha piovuto e l’aria è fresca e pura. Una nebbia leggera avvolge il paesaggio e lo fa sembrare irreale e misterioso.
Piccole nubi di vapore escono dalla mia bocca e si disperdono nell’aria come fumetti evanescenti di un immaginario personaggio di cartoni animati.
L’odore di muschio e di foglie umide entra nelle mie narici, piccante e forte.
La strada è bagnata ed è attraversata da piccoli rigagnoli di acqua che scendono dalla collina e alcune pozzanghere sono come uno specchio per le nuvole, tra le quali si possono vedere alcuni squarci di colore azzurro e si sente il rombo del tuono in lontananza.
Il sole, che si sta alzando sopra il mare come una palla di fuoco, tinge di rosso le nuvole nere che si disperdono all’orizzonte e tutto appare più pulito e brillante.
S’intrufola tra i rami creando riflessi, bagliori e ombre che ricamano al suolo variegate figure fantasiose.
Una frizzante brezza accarezza i rami bagnati e fa cadere le ultime gocce di pioggia dalle foglie verdi e ancora tenere dei faggi che sembrano sentinelle silenziose e attente, con i loro vecchi tronchi rivestiti di edera che si arrampica fino alla cima come una corazza protettiva.
La strada sterrata, stretta e sinuosa, passa attraverso il tunnel di alberi di alto fusto e sembra un serpente lungo, pigro e sonnolento.
Guardo con ammirazione una ragnatela costruita con abilità: ha trattenuto piccole gocce di pioggia e mi ricorda un merletto con incrostazioni di diamanti; una lumaca sta attraversando lentamente la strada trascinando faticosamente la sua casa; un grillo grande si sta dondolando su un filo d’erba muovendo le zampe lentamente e guardandosi attorno con curiosità.
Le foglie secche formano un tappeto nel sottobosco, abbellito da campanule violacee, margherite bianche e anemoni gialli, mentre i bordi della strada, sono adornati da radi cespugli di erba che guizzano qua e là tra piante di corbezzoli, pungitopo, erica, mirtilli, fragole e lamponi.
Un gruppo di pini s’innalza fino al cielo cercando il sole che si sta alzando spavaldo come un vincitore che sta inseguendo le ultime nubi facendo spazio a un cielo più azzurro e pulito.
Il silenzio è interrotto dal canto allegro degli uccelli che danno il benvenuto al nuovo giorno.
Sento rumori tra i rami: il bosco si sta svegliando e gli animali escono dai loro rifugi in cerca di cibo.
Il soave mormorio delle foglie sembra il sussurro di elfi e di gnomi nascosti che mi parlano di cose lontane, mi portano frammenti della mia vita, visi famigliari, persone che non ci sono più.
Inseguendo i miei pensieri, la mia anima cerca sollievo nella natura rigogliosa; li lascio correre veloci e inarrestabili e sorgono all’improvviso nella mia mente facendomi soffrire di un’intensa nostalgia.
Penso a quando ero più giovane e passeggiavo in questi luoghi con mio marito, le mie figlie erano bambine e tutte le persone amate erano con me; stesso luogo ma situazione ben differente da allora.
La mia vita è cambiata in questi ultimi anni, anch’io sono cambiata, lo so, ma i ricordi, buoni o cattivi che siano, sono il bagaglio più prezioso che ognuno di noi ha e lo conserva come un tesoro unico e senza precedenti.
La bellezza naturale che abbiamo davanti ai nostri occhi ogni giorno, è il vero miracolo e il mio cuore in pena trova consolazione nella splendida bellezza che mi circonda e si riempie di felicità e amore.
E’ ora di tornare a casa per continuare la mia vita quotidiana, forse banale, a volte noiosa e piena di problemi, ma serena della tranquilla presenza di persone che amo e che mi amano.