IL VECCHIO E IL NUOVO
L’Anno Vecchio si trascinò fino alla culla del piccolo
Anno Nuovo, lo guardò con tenerezza, sapeva che non
sarebbe stato facile per lui crescere in un mondo
martoriato da guerre, violenza, povertà e corruzione
sempre più dilaganti.
Con le sue mani avvizzite gli fece una carezza e
sussurrò:
«Mi dispiace piccolo, ci ho provato con tutte le mie
forze, ma non ce l’ho fatta a migliorare il mondo, spero
che tu sarai più abile di me. Ti lascio una ben grama
eredità, perdonami. Me ne vado portando con me
l’angoscia che ho accumulato per tutto il tempo
concessomi.»
L’Anno Nuovo aprì gli occhi e gli sorrise.
Il Vecchio vide nel suo sguardo innocente che forse
non tutto era perduto, forse c’era ancora una speranza di
riscatto, di rinascita, per il mondo. Si sentì confortato.
-Ma sì, finisca pure questo anno disgraziato – mormorò.
Era ormai mezzanotte, si accasciò senza dolore e
svanì in una nuvola di fumo grigio.