Il mio dire amore non è detto, scritto, per facili seduzione di cerbiatte.
Non ha nessuna valenza conquistatrice.
E’ affettivo e straniante, lacerante, ambiguo, solidale.
E’ profondamente orgiastico, dionisiaco, inebriante, sensuale, elegante, pioggia sottile, lingue di fuoco.
In questa cifra dell’amore, mi piace fare rilucere la pelle di piacere e, cogliere lo sguardo ambrato.
Sono famelico di piacere e di umanità, trascinandomi in un galoppo senza meta.
Fiutando la libertà e il vento, nel mio correre.