Seduto al tavolino del ristorante in attesa del cameriere, l’uomo prese il menù e cominciò a leggere. Quale non fu la sua meraviglia quando, in alto vide scritto:
“IL MENU’ DELLA TUA VITA”. – Ma che significa? – pensò. Incuriosito continuò nella lettura:
“Cose fatte: …………………………….. “Cose non fatte”
Nascita ………………………………….. No amici
Asilo ……………………………………… No vacanze
Scuola …………………………………… No dialogo familiare
Laurea ………………………………….. Padre assente
Lavoro …………………………………… Marito noioso
Figli 2 ……………………………………. No fumo
Lavoro ……………………………………. No alcol
Lavoro ………………………………………
Lavoro ……………………………………….
Pensione ……………………………………. Morte
Era esterrefatto. I due elenchi, quella era la sua vita! Era vero, aveva condotto una vita piatta, senza entusiasmi, tanto lavoro senza mai approdare a nulla, non era mai stato gratificato. In casa era silenzioso, non si era mai curato del fatto che sua moglie avesse bisogno di parlare con lui o che i suoi figli volessero la compagnia del padre. Mai una vacanza, era sempre stato un gran risparmiatore, anzi tirchio. Mai bevuto né fumato, come tutti i ragazzi d’altronde facevano.
Non aveva amici, i figli se n’erano andati per conto loro. E lui era lì, da solo, aveva lasciato la moglie a casa, sola come sempre. Fissò l’ultima parola del secondo elenco: Morte. Dunque doveva finire così? Tutta qui la vita? No! Doveva recuperare il tempo perduto. Si alzò velocemente dal tavolino, un dolore lancinante lo colpì alla gamba e alla spalla. Lanciò un grido.
“Eberardo! Ti sei fatto male?”
Era sua moglie che si precipitava ad aiutarlo per alzarsi da terra.
“Sei caduto dal letto, ma come hai fatto santo cielo!”
“Cosa? Come? Oh povero me che incubo Elvira! Ho fatto un sogno terribile, ahi ahi mi fa male tutto!”
Dopo essersi riposato un po’ ed aver bevuto un buon caffè, Eberardo disse alla moglie:
“Non cucinare oggi, ti porto fuori a pranzo”.
“Cosa?” Elvira lo guardava trasecolata.
“Sì, e lo faremo sempre più spesso, sei contenta?”
“Beh… sì, certo, ti ha fatto bene cadere dal letto eh?”
Eberardo sorridendo rispose: “Non sai quanto”.
Mentre la moglie tutta felice sbrigava le sue faccende, Eberardo si versò un bicchierino di marsala e accese una sigaretta, poi telefonò ai figli per invitarli a stare da loro qualche giorno.