Nel Paese che non so, il cielo era sempre coperto, il sole cercava di fare capolino ma non riusciva a fendere la spessa coltre di nubi scure. Gli abitanti del luogo erano tristi e mogi, nelle loro case era sempre accesa la luce elettrica, i fiori non sbocciavano senza i raggi del sole e le piante esibivano malvolentieri le loro foglie giallastre.
Un giorno il mago Kolor passò da quelle parti, indossava abiti di colori sgargianti e un mantello di seta rosso che svolazzava ad ogni passo, dando l’impressione che camminasse sollevato da terra. In una mano reggeva una valigetta dorata, tutti lo guardavano stralunati domandandosi chi mai fosse quello strano tipo, e se potesse essere pericoloso per il paese.
Il mago vide la tristezza degli abitanti, soprattutto dei bambini che si rigiravano fra le mani vecchie bambole di pezza, o biglie di vetro e trottole di legno. Erano svogliati e grigi come tutto l’ambiente.
Aprì la sua valigetta dorata, ne estrasse una tavolozza e la lanciò con precisione in cima alla collina che sovrastava il paese. Poi prese alcuni tubetti colorati e disse loro:
“Andate lassù e fate ciò che sapete”.
Immediatamente i tubetti si animarono, si scrollarono facendo uscire minuscoli piedini e si incamminarono verso la collina, lasciando al loro passaggio piccole impronte di colore qua e là, così che il sentiero sembrò cosparso di fiorellini. Arrivati in cima, ognuno di loro estrasse dal proprio tubetto un mucchietto di pasta colorata e si sedettero diligentemente sulla tavolozza in attesa di essere utilizzati. Il Bianco si incaricò della pittura, dispose il cavalletto con una bella tela immacolata e la coprì coi magnifici colori, poi rivolse la tela verso il cielo.
Il sole attratto da quei colori sgargianti spinse con più forza i suoi raggi incandescenti, di più… di più, fino a quando le nubi si arresero e si ritirarono in buon ordine. Tutto il paese fu avvolto da una luminosità abbagliante, gli abitanti uscirono dalle case, stupiti ammirarono quel miracolo inatteso, i bambini si misero a correre e saltare, gettarono via vecchie bambole, biglie e trottole, finalmente potevano dare sfogo alla loro vitalità. In pochi giorni gli alberi videro i loro rami riempirsi di foglioline verdi belle vispe, che si muovevano carezzate da un leggero venticello. I prati si riempirono di fiorellini multicolori, sui davanzali delle finestre le donne misero vasi di fiori, tendine alle finestre e… spensero la luce elettrica.
Il Mago Kolor era molto soddisfatto, aveva portato la gioia nel paese che non so, aprì la valigetta dorata e, con un cenno, richiamò i tubetti colorati, i quali scesero velocemente dalla collina sorreggendo la tavolozza e tornarono al loro posto, pronti per portare vita e colore in altri luoghi.