IL GRILLO PARLANTE

 

Vivevo in un campo di grano tempo fa, con altri grilli parlanti,  ci divertivamo un sacco a parlottare fra noi e prendere in giro i contadini che venivano a falciare il grano, tutti sudati, curvi e silenziosi.

Stavamo attenti, quando arrivava la falce noi facevamo un balzo per evitare di essere tagliati in due, quanti allegri “cri cri” emettevamo. Finché un giorno uno strano odore arrivò alle nostre narici, acre, soffocante, molti miei amici grilli si sdraiarono a terra boccheggianti, poi morirono. Io feci appena in tempo a saltare via e fuggire dal campo, attraversai la via maestra rischiando di essere schiacciato da un carro pieno di letame trainato da buoi, e balzai all’interno di una casupola vecchia e malandata.  Mamma mia che odore di chiuso, non c’è nessuno qui? Ah ecco un vecchio, è entrato proprio ora, va a sedersi su una sedia sgangherata e prende sega, chiodi, martello… ho capito, è un falegname.  Provo a dire “Buongiorno”, ma lui non mi sente, sembra un tipo scorbutico, ma dove sono finito, meglio tacere.  Oh, adesso è entrato un… ma che diavolo è… un bambino non mi pare, un animale nemmeno, ma che strana faccia… ma è di legno! Indossa un abito di carta fiorata, che buffo! Se ci fossero ancora i miei amici grilli ci faremmo grasse risate. Il vecchio è arrabbiato con lui, lo rimprovera perché ha venduto l’abbecedario per andare a vedere il teatrino.

“Pinocchio, screanzato! Cosa hai fatto? Adesso non ho più di che comprare il cibo. Io ti ho costruito per avere la compagnia di un bravo ragazzino che consoli la mia vecchiaia, non un malandrino che mi faccia vergognare ”.

Ah, dunque si chiama Pinocchio questo legnoso individuo, e lo ha costruito il vecchio? Roba da matti questi umani. Ora questa specie di burattino dice: “Non è colpa mia” e improvvisamente assisto a qualcosa di incredibile… Il suo naso comincia ad allungarsi, sempre di più e lui cade per terra sotto il peso della menzogna. Il vecchio esce infuriato, mentre io non resisto e scoppio a ridere come un matto. Pinocchio mi sente: “E tu chi sei? Cos’hai da ridere?”
“Sono il grillo parlante, scusa se ho riso ma il tuo naso…”
“Già, si allunga se dico bugie”.

“Ascolta il mio consiglio, le bugie hanno le gambe corte e… il naso lungo! Ahahahahah!”

Quell’essere ridicolo è pure irascibile, prende un martello e me lo tira. Ahi ahi ahi! Mi ha beccato.
Con le poche forze rimaste mi nascondo in un interstizio del muro, qualcuno venga a liberarmi… Aiuto!