In quel bosco c’era tanto movimento perché si avvicinava l’attesissimo Giorno dei Desideri per i bambini del villaggio.

Cosa sarebbe successo?

Robe incredibili che manco le magie più potenti sarebbero riuscite a fare.

Per questo erano state invitate due fate però non due fate qualunque, ma le più, più, più… più fatose tra le fate.

Si trattava di Fata Smeralda e fata Rubina tanto brave, quanto esigenti.

Infatti avevano inviato un moscon d’oro messaggero per avvisare che non si sarebbero presentate se non fosse stato tutto pronto, altrimenti la magia poteva riuscire male.

Il moscon d’oro aveva detto:

«zzz zzz zzz, amici del bosco 

pure se bene non vi conosco

un consiglio zzzz vi voglio dare

Perché la magia possa funzionare

una bella pulita dovrete dare.

Occorre un prato zzzz bello erboso

dal sole al riparo e ben ombroso

e poi vicino, in un cantuccio

un ruscello con dentro un luccio.

Zzz e sopra ai rami un cardellino

che canti a tutti un concertino zzz ».

Il cervo Bulè, gran capo del bosco, lo ringraziò ma quelle richieste così precise lo preoccuparono molto.

Come fare per preparare tutto? Non potevano deludere i bambini del villaggio che aspettavano tanto quel giorno!

Incaricò la signora Cutumiu, la civetta, di chiamare a raccolta tutti gli abitanti del bosco.

«Cutumiu…cutumiu state a sentire,

tutti qua dovete venire cutumiu».

La sua voce possente giunse in tutti gli angoli del bosco e così arrivarono tutti, ma proprio tutti: giovani cervi, caprette, pecore che stavano pascolando poco più in là, passeri, usignoli, lucertole e pure serpenti.

Durante la riunione venne scelta una radura vicino ad un fiumiciattolo, ma essa era pieni di sterpi.

Allora il cervo Bulè disse: «Come prima cosa ordino agli amici serpenti, scorpioni, lucertole ed insetti velenosi di andare per un paio di giorni in vacanza da qualche altra parte perché la loro presenza non è necessaria».

Poi: «Tutti gli amici che hanno le corna, rastrellino con esse la radura per togliere tutti gli sterpi e i grossi sassi».

«Le signore pecore e caprette bruchino l’erba alta in modo che resti un prato basso e morbido».

Così, giovani cervi, caproni e lo stesso Bulè faticosamente raschiarono via sassi e rametti caduti ammucchiandoli fuori della radura.

Poi fu il turno delle caprette e delle pecore le quali fecero una scorpacciata d’erba così grande che alla fine la loro pancia era arrivata fino a terra e le gambe sembravano scomparse.

Poverine, non ce la facevano a camminare perciò furono fatte rotolare via delicatamente dai cervi badando a non pungerle con le corna che sennò potevano scoppiare.

Il gran cervo Bulè con gli zoccoli saggiò la morbidezza del prato e sorrise cervosamente compiaciuto.

Poi guardò verso il fiumiciattolo desolatamente vuoto.

«Fratelli del bosco, dove sta Lucio il luccio?» chiese preoccupato.

Allora Craw il rospo dello stagno poco più in là, famoso a tutti perché impiccione e pettegolo, rispose:

«Luccio è andato più a valle a trovare Goldy la trota dorata, sua cara amica. Mi sa che se ne è innamorato….».

«Sei un pettegolo Craw e per penitenza dovrai correre giù e dirgli di venire qua subito».

Agli ordini del grande capo cervo non si poteva disubbidire così Craw si mise subito a correre in direzione della valle più in giù.

In quel mentre si sentì un frullio di ali frrrrr frrrr frrrr e una decina di uccellini tra cardellini, usignoli, chiurli, allodole si posarono sui rami.

«Siamo la corale ‘Verde Melodia’, abbiamo vinto il Festival di Sanramo!» .

Tutto a posto quindi, era stato un gran lavoro ma alla fine le fate sarebbero state soddisfatte.

Il gran cervo Bulè aveva pensato anche ad un omaggio floreale. Infatti le formiche e le api avevano ricoperto con petali di fiori il sentiero attraverso il quale sarebbero arrivate le fate.

Ma ora eccoci finalmente ad oggi. Il gran giorno tanto atteso è arrivato!
Si sente arrivare in lontananza un vociare di bimbi eccitati, pronti ad esprimere il loro desiderio: Marco che desidera una bicicletta, Giada una scatola per il trucco come quello della mamma, Paolo che desidera un fratellino, Mira un lavoro per il babbo… Nicoletta la salute per il nonno ammalato.

Arrivano e si dispongono ordinatamente a formare un cerchio al bordo del prato.

E mentre Lucio il luccio con le sue belle squame produce riflessi di sole nell’acqua, tra i rami inizia un cinguettio melodioso così soave e pieno di sfumature che tutti si fermano ad ascoltare.

Pure le nuvole in cielo, il vento, il sole… sono tutti fermi, incantati.

Arrivano quindi, sorridenti e solenni le due fate.

Rubina ha un bellissimo vestito fatto di petali di rose rosse, un cappello a punta da cui scende un velo dorato trapunto di stelle scintillanti. Smeralda invece ha un’altissima capigliatura di riccioli verdi intrecciati con fiori di tutti i colori, una tunica bianca bordata di festoni di foglie e fiori che arrivano alle sue ginocchia.

Si seggono su di un trono magicamente apparso e poi, guardandosi attorno, Rubina inizia a dire:

«Ringraziamo tutti gli abitanti del bosco per la splendida accoglienza in questo posto meraviglioso. Pensiamo di fare tanta magia bellissima ed accontentare tutti».

Poi, Rubina dice :«Venga avanti il primo bimbo».

Così, uno alla volta vengono ascoltati tutti ed esaudito ogni loro desiderio.

Finisce tutto quando il sole sta già per tramontare e svanire dietro l’orizzonte.  Anche Rubina e Smeralda spariscono d’incanto.

Gli animali del bosco tornano alle loro solite faccende felicissimi perché, grazie al proprio impegno, anche quell’anno  sono riusciti a vedere realizzati i sogni di tanti bambini.

Foto dal web (carta da parati BIMAGO)