Era una grigia giornata piovosa, quel 30 giugno, a Tallinn, Estonia.
Camminavo velocemente sotto una sottile pioggia, senza ombrello, in pieno centro.
Dovevo raggiungere il luogo prestabilito dove mi sarei ritrovata con gli altri del gruppo, per poi proseguire insieme la visita alla città.
Lungo il percorso, però, mi imbattei casualmente nel mercato dei fiori, varie bancarelle tutte gestite esclusivamente da tenere nonnine, donne anziane che con consumata abilità intrecciavano a mano ghirlande profumate e confezionavano deliziosi bouquets di soli semplici fiori di campo.
Mi colpì che fossero tutte molto avanti negli anni, e se ne stavano sole e infreddolite a cercare riparo dalla pioggia avvolte in coprenti impermeabili di nylon sottile o sotto grandi ombrelli di tela scura.
Mi fermai un istante ad osservarle, un impercettibile sorriso sulle labbra, grata di tanta tenerezza e della semplice genuinità che traspariva dai loro volti puliti.
Ho voluto fotografarne una, la più vicina a me, e chissà perché il pensiero è andato subito molto indietro nel tempo, di decenni, quando ragazzina andavo a far visita alla mia dolcissima e canuta nonna paterna, scomparsa nel 1978 alla bella età di 96 anni: due occhi chiari, i lunghi capelli legati a treccia raccolti in una crocchia, la pelle bianca e sottile, i segni del tempo sul viso ancora e nonostante tutto incredibilmente fresco…
È stato un attimo.
Ma osservando la vecchietta fioraia, ho rivisto nella memoria la figura e il volto di mia nonna Delmina, ho riudito la sua voce tremula, ho rivisto il benevolo sorriso con il quale mi accoglieva ogni volta e riassaporato nel ricordo la dolcezza delle sue carezze, elargite con quelle mani dalle vene sottili ed evidenti.
Ecco, nel breve spazio di una manciata di secondi, davanti a quella bellissima e ‘giovanissima’ fioraia, sono scivolati via all’indietro quasi cinquant’anni di vita.
Un mazzolino di margherite per te, nonna.
Sono belle, sono fresche.
Proprio come te.