«Hai messo su qualche chiletto, eh?»

Proprio vero: metti su qualche chilo e tutti se ne accorgeranno. Non è mia la considerazione: l’ho rubata da qualche parte e non sono nemmeno certa che le parole del commento fossero proprio queste. Ma non importa. Puoi invece avere la morte dentro al cuore e star egualmente certa che nessuno lo nota. Nemmeno questa è mia, con parole certamente diverse, pure lei l’ho presa da qualche parte.

Tant’è.

Però ora devo ribattere qualcosa a chi m’ha spietatamente gettato in faccia la questione dei chili. Faccio l’offesa? Sbagliato, farei il suo gioco: l’ha detto con tono falsamente bonario e, se facessi l’offesa, praticamente l’autorizzerei a pensare d’aver raggiunto il suo obiettivo, che non poteva essere altro che quello di ferirmi.

Faccio finta di non aver sentito? Non mi sorprenderebbe sentirmi ripetere la pseudo domanda con puntigliosa ed ostinata malizia. E mi ritroverei punto daccapo, con in più la figura d’aver fatto la finta tonta.

Mi faccio allora una bella risata, come farebbe una cui non frega una beneamata mazza della questione? Dovrei essere certa di non lasciar trasparire l’acido che inevitabilmente monta da dentro, e non sono affatto certa di farcela visto che una risata, per essere convincente, ha bisogno di venir fuori spontanea o, altrimenti, anche un deficiente si accorge che stai barando.

«Anche tu niente male…!» potrei ribattere. Che sia vero o meno, poco conta. Sarebbe un serio tentativo di prendere il comando delle operazioni costringendo sulla difensiva la mia disgraziata interlocutrice. Con l’ottima probabilità di trovarmi però invischiata in una lunga, dotta e massacrante disquisizione sulle diete “creative”. Quelle che riempiono pagine insulse d’insulsi giornali femminili (e non solo, da un po’ di tempo a questa parte).

Magari potrei girarmi ed andarmene. Di sicuro mi perderei il trionfo negli occhi della stronza e chissà se avrebbe la faccia tosta di insistere o si contenterebbe di questa piccola vittoria. Il fatto è che se non le dovesse bastare allora mi vedrei proprio costretta a cavarle gli occhi. Ma non sono in vena di spargere sangue. Non oggi, non con questo sole, in fondo è quasi primavera…

«Quindici» dico allora sfacciatamente, «forse venti!» e vedo i suoi occhi spalancarsi fin quasi a scoppiare, la bocca schiudersi in un oh di meraviglia così perfetto che farebbe invidia a Giotto in persona. «Ma che dici?… stai scherzando… quindici mi sembrano impossibili! Venti poi…»

Ed io sorrido sorniona: se lo dici tu…!