“Mi ami?”
“Sì, tanto”.
“Nostro figlio sarà bello come me e intelligente come te!”
I due sposini, tra il serio e il faceto, si scambiavano effusioni, buoni propositi, ridevano per un nonnulla, insomma, erano felici. Il figlio tanto desiderato arrivò facendo loro toccare il cielo con un dito. Lo educarono al rispetto per gli altri, all’onestà e alla correttezza.
Passarono gli anni, il ragazzo si accorse che gli insegnamenti dei genitori non corrispondevano alla realtà della vita. Bullismo, furti, rapine, omicidi, erano all’ordine del giorno. Cominciarono discussioni in famiglia, il figlio accusava i genitori di arretratezza, causando aspri litigi nella coppia, una volta così affiatata; ora si accusavano a vicenda degli errori commessi in passato.
Un giorno il figlio, ormai maggiorenne, se ne andò di casa, inseguendo chissà quali sogni.

“Mi vuoi bene?”
“Non so, non ho più l’età per queste domande stupide”.
“Ricordi quanti progetti avevamo?”
“No! Non ci voglio pensare! Il mondo ci ha traditi, tutto ciò in cui credevamo era falso… siamo soli!”
Il marito cinge le spalle della moglie:
“Hai ragione, il mondo è malvagio, restiamo vicini, io e te, nella nicchia che abbiamo costruito negli anni, io per te, tu per me, fino alla fine.