TROPICO DEL CANCRO
Escura nacque per prima, attesa dal silenzioso sostare dei pipistrelli abbarbicati sui travi.
Un pianto spontaneo ed ostinato ne annunciò la nascita.
Solo allora i pipistrelli si alzarono in volo orizzontandosi ciechi verso i quattro punti cardinali per diffondere la notizia dell’evento, prima che la notte tramutasse in giorno e la falce di luna venisse oscurata dal sole.
Per un momento infinitesimale l’equilibrio del mondo si stravolse in una convulsa incoerenza geografica di paralleli e meridiani, reali e fantascientifici.
Ad ovest, oltre le Colonne d’Ercole, eruttata dalle acque dell’Atlantico riemerse, nelle foschie ancora notturne, la fumigante Atlantide.
Ad est, nell’inestricabile coacervo delle sue nebbie opaline, si delineò la transitoria Avalon, baluginante sulle sue acque mobili
A nord, sfumati in un remoto albeggiare di azzurro e di verde, si palesarono i contorni frastagliati di Utopia.
A sud, l’orizzonte zafferano del Deserto dei Tartari dardeggiava, invece, già nell’ardente culmine del mezzogiorno.
Quando Escura nacque per un breve istante nel cielo terrestre sostarono due lune in formazione: quella naturale, a forma di falce, brillante e lontanissima, ed un’altra, enorme e rossa, simile ad un sole freddo, sospesa bassa sul creato come un tondo metafisico.
Uno specchio opaco.
Un mandala ammonitivo.

TROPICO DEL CAPRICORNO
A distanza di dodici ore nacque Luce, preannunciata da un corteo luminescente di api dorate ed insetti microscopici, trasportati dai quattro angoli del mondo, dal vortice di un vento dolce, con al seguito una scia primitiva di spore di resistenza e di riproduzione, sospinti dalle volontà degli elementi naturali di acqua, fuoco, aria e terra.
Un pianto spontaneo ed ostinato ne annunciò la nascita.
Solo allora si dipartì questa corrente viva, intiepidita dell’umore rosso del papavero, da quello giallo del girasole e dall’essenza ermafrodita del glicine, dipanandosi, sfilacciandosi e disperdendosi al bivio dei punti cardinali, sospinta dalla forza magnetica dei venti solari che, follemente eccitati dall’azoto e dall’ossigeno, cedettero all’attrazione, convulsa e passionale, del cielo e della terra.
Dell’acqua e del fuoco.
Del maschile e del femminile.
Quando Luce nacque gli spettri aurorali si congiunsero così alle due lune sorte nel tropico opposto, determinando la materializzazione di una incongruenza scientifica che sarebbe poi, col tempo, divenuta ossimoro.
Quesito filosofico,
Dubbio esistenziale.

UN NUOVO UMANESIMO
Nelle dodici ore che intercorsero tra le due nascite, gli gnomoni delle meridiane, disorientati dalla presenza delle due lune incastonate negli archi boreali, non proiettarono più le loro ombre temporali.
L’amnesia penetrò il tempo e le coscienze, smarrendo il ricordo del peccato originale e di tutti i cataclismi da questo concepiti, restituendo una consapevolezza mnemonica molto più compatibile a quel nuovo umanesimo, che presto si sarebbe risvegliato nel fulgore di un’aurora vergine, sanato dalle stimmate dell’Eden e del Sinai.
Escura, la sentinella della notte, avrebbe vegliato dal regno onirico delle due lune sui destini più ostinati, quelli pronti a perdersi nei meandri inesplorati dei sogni e dei deliri, affidandoli a Luce, la costruttrice di albe, che li avrebbe aiutati a preservare questo loro dono dalla contaminazione della razionalità.