Le fiamme lampeggiano attraverso la finestrella della stufa a pellet che diffonde un gradevole tepore nella stanza. Sul tappeto un po’ sdrucito Alice sta giocando con alcuni piccoli peluche, mentre il fratello maggiore, Giulio, guarda un programma sugli animali alla televisione.
«Burp!»
La madre alza gli occhi dal lavoro all’uncinetto che sta facendo.
«Alice!»
La bambina continua a giocare tranquillamente.
«ALICE!»
Con un gesto di fastidio Alice posa i giocattoli.
«Cosa c’è, mamma?»
«Alice, non si fanno quei rumori!»
«Quali rumori?»
Giulio, che aveva ascoltato, interviene.
«Alce ha fatto un rutto!»
«Spione!»
La madre scuote la testa.
«Alice, non si fanno i rutti. E Giulio, non si fa neanche la spia!»
Giulio, sette anni, si immusonisce, mentre Alice, che di anni ne ha soltanto quattro, non si dà per vinta.
«Ma quando l’ha fatto Giulio non gli hai detto niente!»
«E quando è stato?»
«L’altro giorno, mentre giocava con Roby. E ha anche fatto una puzza!».
La madre non riesce a trattenere un sorriso, e si volta verso Giulio, che ora guarda fisso la TV.
«Ragazzi, venite un po’ qui. Vi racconto la storia della Befana.»
Alice si alza subito, mentre Giulio non abbandona il suo posto.
«La Befana non esiste!» dice.
«E allora chi ti porta i dolci il sei gennaio?»
Giulio guarda la madre con aria di sfida.
«Tu!»
«Ah, bravo! Allora se sono io tu domani potresti avere una brutta sorpresa!»
Giulio ha un momento di esitazione. Alice ne approfitta per saltare sulle ginocchia della madre. Preso in contropiede, il bambino si alza di malavoglia e si va a sedere al tavolo, canticchiando.
Alice guarda i gatti
E i gatti guardano nel culo…
«Mamma!»
«Piantala Giulio! Vieni qui anche tu» e la madre accenna alla gamba libera. Giulio si alza dalla sedia e va a sedersi sulla gamba. Entrambi i bambini ora aspettano che la madre cominci a raccontare.
«Dovete sapere che un tempo, tanti tanti anni fa, i Re Magi stavano andando a alla grotta per portare i loro doni al Bambino Gesù…»
«Che doni?» chiede Alice.
«Oro, incenso e mirra. L’oro… be’, è l’oro. L’incenso è quello che fa quell’odore in chiesa, avete presente? E La mirra…»
«La birra?»
La madre ride. «No, Giulio, mirra, non birra. La mirra è una sostanza usata per fare degli unguenti, credo».
«Unguenti?»
«Creme, ma per la verità non lo so bene neanche io, non l’ho mai vista. Mi lasciate andare avanti?»
I bambini tacciono.
«Dicevo che i Re Magi stavano andando dal Bambino Gesù, ma la strada era lunga, così pensarono di fermarsi ad una casetta per chiedere informazioni…»
«Ma non c’era la stella cometa che li guidava?»
«No, Giulio, quella notte era nuvoloso, proprio come stasera.»
«Ah!»
«Bussarono alla porta – uno, non tutti e tre insieme – e venne ad aprire una vecchina. I Re Magi chiesero se sapeva la strada per andare a Betlemme perché là era nato il Salvatore. La donna però non aveva mai sentito parlare di un salvatore, anche se conosceva bene quei luoghi, perché ci abitava da tanti anni. I Re Magi chiesero allora alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perché aveva molto lavoro da sbrigare e non aveva proprio voglia di uscire nella notte..
Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì che aveva sbagliato, perché se tre persone tanto istruite venivano da così lontano per portare dei doni al Bambino Gesù doveva proprio essere una cosa importante, così decise di unirsi a loro, ma nonostante li cercasse per ore ed ore non riuscì a trovarli. La vecchina non sapeva più cosa fare, e allora fermò ogni bambino per dargli un regalo nella speranza che questo fosse Gesù Bambino, ma non lo trovò.
E così ogni anno, la sera del sei gennaio lei si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo, se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.»
I bambini guardano la madre un po’ delusi. Tutto qui?
Alice ritorna a giocare sul tappeto, mentre Giulio riprende a guardare la TV. La madre si sente un po’ in colpa perché la sua storia non ha avuto un grande successo.
«Cosa guardi?» chiede al figlio.
Giulio le indica lo schermo, dove una ragazza fa i versi degli animali.
«Bello» dice la mamma «giochiamo?» e spegne la TV.
Giulio la guarda, e anche Alice li osserva di sottecchi.
«Che verso fa il cavallo?»
«Hihihhi.»
«No, il nome del verso.»
«Ah» Giulio ci pensa un attimo. «Nitrisce».
«Bravo, tocca a te».
«Il leone?»
«Ruggisce. Il cane?»
«Abbaia. L’asino»
«Raglia. Ehi, vai sul difficile! Il gatto?»
«Miagola» risponde il bambino. «La rana?»
«Gracida. E il lupo?»
Giulio rimane pensieroso.
«Uhuh» fa la madre.
«Ulula!».
«Bravo!»
«Che verso fa il furetto?» interviene Alice.
«Il furetto?»
Madre e figlio si guardano incerti.
«Il furetto non parla» dice Giulio.
«Sì che parla! Io l’ho sentito!».
La mamma è indecisa.
«Vado a vedere sul vocabolario» dice, e si allontana.
«Sei una scema!» dice Giulio, deluso per la fine del gioco, e segue la madre fuori dalla stanza.
«E tu un ignorante» dice Alice riprendendo a giocare. «Il furetto potpotta».