Di te m’innamorai a settembre
quando il caldo abbisognava di refrigerio
e s’incamminava ad asciugare
i confini di chi non lo sopportava piú,
lasciando il testimone al vento
ambasciatore d’aria nuova.

Di te ascoltai la voce
sul giradischi dei giorni
e raccolsi il lievitar di note
per farne spartito
e ricantarle a te.

Di righe scritte
riempii l’anima
che leggemmo e sfogliammo
a quattro mani.

Sulle virgole appese ai tuoi occhi
dondolai
mentre spinte gentili
rimandavano a te sorrisi pieni
svelandoti il filtro dei miei.

Vizio vitale
l’odore della tua pelle
e del tuo collo
ove lasciai
la scia della mia bocca
insaporita del tuo respiro.

Ricami fioriti
i tocchi delle tue mani
che m’innestavano in te
con la cura di un amante sopraffino.

Ti volli amare e voglio amarti ancora
per dedicarti tutto il bello che m’appartiene,
foss’anche un giorno in più.