Ero felice di aver scelto quel giorno particolarmente freddo per prendere quella decisione. Il caldo mi avrebbe ottenebrato la mente. Respiravo l’aria salmastra a pieni polmoni, mentre la City Eye di Salerno ruotava placidamente sul lungomare. Girai la testa verso Vietri, invidiandola.
“Beata te che sei sempre sul mare!” pensai tristemente.
Arrivò in ritardo come sempre.
“Scusami!”
“Non preoccuparti. Mi stavo godendo il panorama. Camminiamo?”
“Si, volentieri. Sono arrivato presto da Roma e dal momento che mancava circa un’ora al nostro appuntamento ho voluto provare per la prima volta la ruota panoramica che è una grande novità salernitana di questo anno, come mi avevi accennato al telefono. Ma adesso ho proprio voglia di sgranchirmi un po’ le gambe. Andiamo.” .
Così nonostante il freddo, iniziammo a passeggiare percorrendo il lungomare Trieste con i piccioni che svolazzavano ovunque. Piano piano raggiungemmo il porto ma non ci soffermammo molto ad ammirare le barche, le navi, i traghetti e gli aliscafi perché faceva freddo. Così andammo verso una trattoria di fronte alla spiaggia di Santa Teresa che era famosa per le sue specialità culinarie tipicamente campane. La City Eye mi aveva fatto tardare, tanto che si era fatta l’ora di pranzo. Qui ordinammo un menù a base di pesce e tra un boccone e l’altro Margherita mi disse:
“Allora, che decisioni hai preso? Al telefono mi hai detto che hai trovato delle soluzioni per noi.”
“Ho lasciato Anna e mi voglio trasferire qui a Salerno con te, se lo desideri ancora.”
“Cosa? Ma tu mi hai sempre detto che proprio non te la saresti mai sentita di lasciare tua moglie. E poi con il lavoro, come farai?”
“In questi due anni ho maturato queste intenzioni e alla fine mi sono deciso perché mi sono reso conto che ti amo e Anna con i suoi disturbi psichici non la sopportavo più. Non ero neanche più in grado di aiutarla… Per il lavoro cercherò qui a Salerno. Ho proprio voglia di vivere sul mare. Mi orienterò nel settore immobiliare, dimentichi che sono un abile agente.”
“Tutto questo, per me? Mi rendi felice. Non me l’aspettavo più”.
E mentre pronunciava queste parole le brillavano gli occhi dalla gioia. Anche io ero felice. Così quando uscimmo dal locale la baciai.
“Andiamo a casa mia?” disse.
“Ti seguo volentieri” risposi, facendo una faccia beata.
Così ci dirigemmo verso la casa di Margherita che comunque già conoscevo perché l’avevo vista due anni prima: trovava proprio in zona Porto, vicino al Teatro Verdi. Appena giunti al portone della sua abitazione entrammo nel piccolo ingresso un po’ buio. Approfittai della penombra dell’ambiente per prenderla in braccio a sorpresa. E mentre lei lanciava urla di gioia iniziai a percorrere i quattro piani di scale che ci separavano dal suo piccolo appartamento. Quando entrammo lei mi disse subito:
“Vado a fare un bagno caldo. Ci impiegherò un po ‘di tempo perché ho preso troppo freddo. Vuoi farlo con me?”
“Mi tenti” dissi sorridendo. “Ma dopo le decisioni che ho preso ho bisogno di stare un po’ da solo”.
E così dicendo mi sedetti sul divano del soggiorno e mentre Margherita faceva il suo lungo bagno mi abbandonai al ricordo del nostro primo incontro.
Accadde circa due anni prima. Era l’estate del 2016 e dopo un lungo anno di intenso lavoro sentivo il bisogno di una vacanza da solo. Lo comunicai ad Anna e lei con la sua solita apatia mi disse: “Fai come vuoi”.
Scelsi Salerno come meta del viaggio perché questa città dalla storia secolare era famosa per le sue bellezze naturali, oltre che artistiche. Appena arrivai, per alloggiare scelsi una piccola pensione nei pressi della Prefettura che, anche se piccola, era pulita e confortevole. La mattina dopo con il tram raggiunsi la famosa spiaggia di Santa Teresa al porto, e mi godetti il sole e il mare. Fin dai primi giorni, dopo essermi riposato, andai a visitare i vari rioni di Salerno.
Vidi tante bellezze artistiche e mi sentii soddisfatto. Una di quelle mattine, in spiaggia, notai un altro genere di bellezza. Accanto al mio ombrellone c’era una giovane donna immersa nella lettura di un libro. Quando si alzò per andare a fare il bagno notai il suo fisico con le curve nei punti giusti, in parte coperto da un due pezzi nero a pois bianchi. La seguii in acqua ma lei mi ignorò. Dopo un po’ di tempo si diresse al bar della spiaggia. Io frettolosamente indossai la mia camicia bianca perché nel bar non si poteva entrare a torso nudo e la affiancai per prendere un caffè. Lei nel girarsi mi versò il suo cappuccino sulla camicia bianca. “Accidenti!”, dissi.
Lei non smise mai di scusarsi e a una fontanella dello stabilimento cercammo di pulire la camicia. Ne approfittai per attaccare bottone con lei: “Hai versato tutto il tuo cappuccino. Vuoi prenderne un altro?”
“S^, volentieri.” Così ci sedemmo al bar dello stabilimento per fare una nuova consumazione.
“Come ti chiami?”, le domandai.
“Margherita, e tu?”
“Ugo”
“Non sei di qui, non ne hai l’accento”
“Vengo da Roma”
“Che lavoro fai?”
“Sono agente immobiliare, e tu?”
“Insegno italiano ad un liceo classico del quartiere di Pastena”
“Vivi a Pastena?”
“No, abito proprio qui al Porto, vicino al Teatro Verdi e alla Villa comunale. Tu dove alloggi?”
“Alla pensione Aurora, vicino alla Prefettura. Ma adesso si è fatto tardi. Ti saluto, ci vediamo domani.”
La mattina seguente unimmo gli ombrelloni e ci godemmo insieme il sole e il mare. Ma un giorno, mentre eravamo in acqua, tra un gioco e l’altro l’abbracciai e la baciai e lei ricambiò con passione. Era bellissima, con i suoi lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri. “Vuoi venire a casa mia? Ci prendiamo un aperitivo insieme”, mi disse.
“Ti seguo volentieri.”
Così prendemmo le nostre cose e ci avviammo verso la sua abitazione. Appena entrai nella sua casa rimasi colpito dallo splendido arredamento moderno: “Complimenti, è una bella casa.”
E così dicendo ci accomodammo sul divano a consumare il nostro aperitivo. Ma ad un tratto la baciai e iniziai ad accarezzarla. Ma lei mi domandò: “Ma tu sei solo?”
“No, sono sposato. Ma anche se il mio matrimonio va alla deriva non ho intenzione di lasciare Anna, perché è una donna molto instabile psichicamente.”
Margherita ci rimase male ma non disse nulla. Anzi mi baciò ancora e presto finimmo a letto a far l’amore con disperazione, perché le avevo fatto capire che questa era l’unica e l’ultima volta insieme.
Così finite le vacanze, il 30 agosto del 2016 mi diressi al Porto per rientrare a Roma. Margherita mi accompagnò ma quando salii sul traghetto lei scoppiò in lacrime e mi pregò di non andare. Invece io non potei fare altro che lasciarla sola con il suo dolore.
Mi distolse dai miei ricordi la voce di Margherita, avvolta nel suo accappatoio bianco, “Ti ho fatto aspettare troppo?”
“Ho pensato a noi due.”
“Spero cose belle”
“Bellissime. E ti annuncio che domani inizio a cercarmi lavoro.”
Il giorno dopo, difatti, girai la città di Salerno in lungo e in largo alla ricerca di un lavoro e in un’agenzia immobiliare del centro storico di Salerno mi assunsero in prova per tre mesi. Da quel giorno la vita con Margherita fu tutta rose e fiori e anche nel lavoro le cose andarono bene. Dopo i tre mesi di prova all’agenzia, fui assunto con un contratto a tempo indeterminato. E a coronare i nostri sogni ci fu un’altra novità. Una sera Margherita mi disse che il suo ciclo mestruale tardava di quindici giorni, così la mattina seguente facemmo il test di gravidanza e Margherita risultò incinta. Piangemmo dalla gioia e nei mesi seguenti l’attesa della nascita del nostro bambino fu piacevole.
Adesso la nostra piccola è tra di noi, l’abbiamo chiamato Teresa, come la spiaggia dove ci siamo conosciuti. Non riesco a descrivere la felicità che proviamo.