Era un giorno di festa, la piccola Hillary compiva sei anni. Papà Roland aveva organizzato una bella gita al parco fuori città, dove, oltre a un bel picnic, la piccola si sarebbe divertita un mondo sulle giostre allestite all’interno del parco stesso. Helen, la mamma di Hillary, aveva preparato un ottimo tiramisù per merenda; tutto era pronto, partenza…via!Era una bella giornata soleggiata, il parco pullulava di bambini festanti, chi giocava a pallone, chi saltava alla corda, altri si arrampicavano sugli scivoli e…giù velocissimi! Hillary si guardava intorno tutta contenta, mentre pensava a quale gioco dedicarsi, vide un omino che reggeva nella mano le cordicelle di tanti palloncini colorati.
“Che belli! Mamma, papà, voglio un palloncino!”
Loro però erano intenti a preparare il necessario per il picnic, non la sentirono.
La bimba corse verso l’omino dei palloncini saltellando gioiosa.
“Ti piacciono? – disse lui – so che oggi è il tuo compleanno”.
“Come fai a saperlo?”
L’omino rise:
“Io so tutto cara. Sai che ti dico? Te li regalo tutti! Auguri Hillary”.
“Sììììì!” gridò la piccola tutta felice.
L’omino si allontanò velocemente, prima che Roland e Helen si accorgessero di lui. Sentirono delle grida alle loro spalle. Si voltarono e…restarono senza fiato!
I palloncini avevano sollevato Hillary da terra e la portavano sempre più in alto, lassù, verso le nuvole. La bimba, impaurita, gridava:
“Mammaaaa! Papààà! Aiutooo!”
I genitori, disperati, chiamarono aiuto ma, nessuno poteva arrivare così in alto, saliva sempre di più era impossibile raggiungerla.
Intanto Hillary, con gli occhi pieni di lacrime e tanta paura, guardava mamma e papà diventare sempre più piccoli, fino a diventare due puntini, anche il parco, gli alberi, le giostre, tutto era diventato quasi invisibile. Ad un tratto si ritrovò immersa in una nuvola bianca come bambagia, ci passava attraverso, non poteva afferrarla. Tenendosi ben salda ai palloncini, si asciugò gli occhi con l’altra manina.
“Sembra panna montata” – disse piano.
“No bambina, sono una nuvola” -rispose ridendo – come sei arrivata fin qui?”
Hilary rispose guardandosi intorno:
“Sono stati i palloncini a portarmi fin qui, ma…tu sei una nuvola, come fai a parlare?”
“Oh, bambina cara, so fare tante cose sai? Guarda”.
La nuvola all’improvviso divento scura scura, aprì alcune finestrelle e lasciò cadere milioni di gocce d’acqua limpide e trasparenti.
“Ohhh, la pioggia!” – esclamò Hillary spalancando gli occhi dallo stupore.
“Ti piace? Ora stai attenta”
La nuvola chiuse le finestrelle dell’acqua e tornò ad essere bianca come panna montata, poi aprì le porticine del sole e splendidi raggi illuminaro l’azzurro del cielo e giù giù fino alla terra.
“Che meraviglia! – disse la bambina – con questa luce posso vedere i miei genitori? Saranno preoccupati per me”.
“Questo non è possibile cara, ma cercherò di accontentarti in qualche modo: guarda”.
Hillary vide salire lentamente due palloncini, quale non fu il suo stupore quando vide dentro di essi i volti di mamma e papà. Mamma Helen piangeva, papà Roland si teneva la testa fra le mani sconfortato.
“Mamma, papà, sono qui!” – gridò Hillary, ma loro non potevano sentirla. Lentamente i due palloncini scomparvero nel cielo, dentro altre nuvole, non riusciva più a vederli. Ricominciò a piangere:
“Voglio tornare a casa, voglio la mia mamma e il mio papà. Sono stanca di reggermi ai palloncini, mi fa male il braccio. Aiutami nuvoletta!”
Intenerita dal pianto della bambina, la nuvola emise un forte fischio. Immediatamente arrivò un’Aquila Reale:
“Cosa succede Nuvola?”
“Aquila cara, ho un compito per te: devi riportare a casa dai suoi genitori questa piccina”.
“Oh povera piccola, è colpa dei palloncini vero? Non è la prima volta che un bambino viene trasportato fin qui. Dovete prendere un palloncino alla volta, siete troppo leggeri, non dovete dar retta all’omino dei palloncini, è un vecchio burlone!”
Hillary guardava a bocca aperta quel bellissimo rapace, così grande, così maestoso.
“Su piccola coraggio, sali sulla mia schiena e tienti forte al mio collo, si torna a casa”.
La bambina ubbidì, le piume dell’Aquila erano forti ma soffici, si sentì subito sicura. Lasciò andare i palloncini colorati, che subito salirono veloci verso cieli più alti.
§
Salutarono la nuvola, Hillary le mandò un bacino e lei le spruzzò ridendo alcune goccioline d’acqua:
“Ciao piccolina, stai attenta la prossima volta: non ti allontanare mai dai tuoi genitori e non accettare regali dagli sconosciuti, capito?”
“Sì nuvoletta cara, ho capito. Ciao”.
L’Aquila planò dolcemente verso terra, mostrando alla bambina paesaggi meravigliosi, montagne maestose, mari, fiumi, animali d’ogni specie. Hillary era così felice, che viaggio meraviglioso stava facendo.
Ad un tratto emise un gridolino di gioia:
“Ecco la mia casa, siamo arrivati! Scendiamo Aquila cara”.
“Subito signorina!”
In pochi minuti atterrò proprio davanti al portone, scese dal dorso dell’Aquila, l’abbracciò forte e le diede un bacio. Il bel rapace volò via, dopo averle fatto una carezza con un’ala. Hillary bussò alla porta, nulla. Bussò ancora e ancora sempre più forte, nessuno veniva ad aprire.
“Mamma! Papààà! Aprite, apriteeee!”

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“Hillary!!! Cos’hai da gridare in quel modo!”
Balzò a sedere sul letto, era tutta sudata, le guance rigate di lacrime, si guardava intorno stranita.
Hyllary, cosa c’è amore, hai fatto un brutto sogno?”
“Mamma! Mammina sei qui, ho avuto tanta paura, l’omino dei palloncini mi ha imbrogliata, mi ha fatto salire fino in cielo, c’era la nuvola, poi è arrivata l’Aquila Reale…”
“Oh mamma mia, ho capito, hai avuto un vero incubo poverina”.
La prese in braccio:
“Andiamo a fare colazione, così mi racconti il sogno per filo e per segno, va bene?”
In cucina c’era anche papà Roland, Hillary lo abbracciò forte forte:
“Sai papà che eravate dentro due palloncini? Vi ho visti”
I genitori risero divertiti.
“Dai racconta…”
Terminato il racconto di quello strano sogno, la mamma disse:
“Beh, qualcosa ti ha insegnato tutto questo no?”
“E’ vero – continuò il papà – non allontanarti mai dai genitori e non accettare regali dagli sconosciuti.”
“Sì sì – disse Hillary – ed anche ‘prendere un palloncino alla volta’.
Risero tutti e tre allegramente.