“Pensieri” non è sinonimo di “Preoccupazioni”, è semplicemente una condizione umana in quanto siamo, tutti, dotati di intelletto e della capacità di usarlo.
Arrivare, poi, a convivere quotidianamente con il pensiero e ad esprimerlo, oralmente (fugacità) o per iscritto (eternità), è esercizio costante di pochi, di quelli che ad esso si sono dedicati e si dedicano; con passione, con partecipazione, con un coinvolgimento personale che vorrei definire “necessità”.
Irrinunciabile, quindi.
Le mie parole, qui e ora, vogliono solo essere testimonianza di un momento, di infiniti momenti, coi quali io spesso convivo (e mi sento a mio agio) e che a volte arrivo ad esprimere – o desidero farlo – mettendoli nero su bianco, fisicamente o virtualmente, per il mio amore per la scrittura, e magari anche per averne un ricordo tangibile, domani…
Andando a letto, sì, tolgo i vestiti, ovviamente. Ma il pensiero, “quel” pensiero, inteso come facoltà di confrontarmi con me stessa e ciò e chi mi circonda, a quello no, non rinuncerò mai.