Sara stava girellando tra gli scaffali del Centro Commerciale con il suo papà, atmosfera natalizia, luci ovunque, giocattoli, addobbi.
C’era pure Babbo Natale che suonava la sua campanella e ritirava le letterine scritte dai bimbi con le richieste dei regali.
– Ma perché lo chiamano Babbo Natale? Non è giovane come te, dovrebbero chiamarlo Nonno Natale – disse Sara che era una bambina molto perspicace.
Il papà rimpianse di non avere con sé la moglie che aveva sempre la risposta pronta alle domande della loro meravigliosa bimba.
– Ma in effetti siamo noi italiani che lo chiamiamo così, in America lo chiamano Santa Claus che vuol dire San Nicola -.
– Porta i regali anche in America? – domandò Sara sempre più perplessa – vecchio com’è chissà che fatica! Laggiù ci sono tanti bambini -.
Il papà, un po’ più rinfrancato, le raccontò di renne, slitte, camini, elfi, tutti al servizio di Babbo Natale per aiutarlo.
Ricordò anche (orgoglioso di conoscere questa leggenda) che in Russia i regali li portava Nonno Gelo, aiutato dalla sua nipotina.
Era soddisfatto delle sue spiegazioni e pensava di essersela cavata bene nel difficile mestiere di papà quando Sara, stringendogli la mano e tirandolo giù in modo da potergli parlare all’orecchio, gli disse:
– Sai papà, io credo a quello che mi ha detto la nonna. I regali li porta Gesù Bambino -.