Autore: Silvia Collini

L’ANIMA CHE NON RIUSCIVA A FOGLIARE

Fragori nel vuoto i silenzi quando anelavo parole e sui pavimenti di granito nero graffiavano come coltelli. Bruciavano parole come schiaffi quando bramavo carezze e in riscatto all’attenzione apparecchiavo la supplica insciente del non ritorno. Manciate di briciole elemosinavo mentre ti riempivi la bocca di silenzi e passavi oltre. Senza struttura precipitavo dimenticata nella polvere e come foglia secca fra le tue mani sentivo stringere i pugni per sbriciolarmi. Con l’incertezza sospesa sulla testa e la stanchezza appesa alle ciglia, con la malinconia aggrappata a una ruga e l’abbandono dentro una lacrima stirai le labbra al rimedio e compresi...

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CORIANDOLI

Cos’è diventato questo silenzio se non un disordine di cianfrusaglie che ingombrano, impediscono e sporcano lo sguardo a lungimirare il tuo sguardo ormai cieco. Nemmeno lo ascolti questo grido di spade, nemmeno lo annusi questo ribollio di odore stagnante e di paure antiche, hai perso anche l’udito e l’olfatto. Questo insostenibile non far rumore e questo vuoto di suoni rivelano la certezza della tua non presenza. Ti riconosco a pieno merito tutto quello che mi dai la tua assenza. Privato d’anima e di vista sprechi le tue ultime forze a lanciarmi dardi inconsapevole che colpiranno solo te effetto boomerang....

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LUNA BELLA

Accenditi luna e appicciati sulle foglie. Avranno cure e carezze per te e la polvere che spargerai sarà semente nel cielo. Ovunque si guardi nasceranno stelle e i capi alzati a guardarle pullulare s’imbiancheranno del tuo chiarore, luna bella. (Foto mia) Recommend0 Enable Javascript to click a...

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LE DONATRICI

Gli indici del quadrante segnavano le undici e quarantotto e a mezzogiorno sarebbe iniziato il rito, il solito evento di ogni settimana. C’erano tutte e tre, puntuali, a quell’ora sul pontile, affacciate alla balaustra bianca un po’ bollata dall’aria salmastra. Ciò che le loro orecchie accoglievano era un dono impacchettato da ricevere ad occhi chiusi e da scartare senza fretta – non come si fa di solito – tant’era l’effetto del suo manifestarsi che mai sbiadiva. Dopo un bel respiro li riaprivano, gli occhi, per tuffarsi nello scorrere delle immagini e sentirsi parti di un quadro vivente. Si reputavano...

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MARGHERITA

Margherita ha quasi cinque anni, un caschetto di capelli castano chiaro le incornicia un faccino tondo di pelle rosata e guance mezzo tono sopra mentre una pariglia d’occhi che sembrano mandorle d’ambra sono incastonate sopra una miniatura di naso le cui nari soffiano su uno scivolo concavo, cappello di una bocca fanciulla sporca di cioccolata. Poco fa mi sono affacciata al davanzale di camera mia e l’ho vista in giardino che cercava la sua tartaruga. Di solito mi chiama e quando lo fa la trovo sul muretto della ringhiera che divide il suo retrocasa dal mio. Aspetto di sentire...

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BENEFATTORE IL VENTO

Consumano strade passi stentati, bruciano tinte occhi dolenti, ovattan l’aria orecchie sorde. Così pare finché m’è venuto incontro nei suoi cerchi danzanti un alito di vento che solo non è. S’abbocca e lo sento mentre smetto il torpore e sull’intorno materno lo sguardo si muove. Sto come le foglie sui rami mormoranti, sul mare della terra mosse e raccolte, in circolo sospese e sull’altalene giocose. Sulle spinte dell’aria respiri d’altri sensi e fra quelli resto in ascolto finché un soffio m’attraversa e occupa il mio spazio. Indietro più pieno torna il vento e m’avvolge in un abbraccio librato che...

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