Autore: Ilaria Agostini

Risveglio

Già ora di svegliarsi! Questi piccioni e il loro grugare, ormai è cosa usuale che mi destino ben prima del roboante squillo della mia sveglia. E a ben guardare forse è anche meglio, di certo è meno scioccante, un modo più delicato e graduale per passare dallo stato dormiente alla veglia. Il sole già sta filtrando… “Un momento. Cosa devo fare oggi?” La sensazione di inadempienza è forte, e quindi scorro con la mente le usuali incombeze settimanali. Il giorno di palestra, il giorno della donna delle pulizie forse… “no”. Mia figlia mi ha chiesto di fare per lei...

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A voi

Oggi mi sono svegliata fatalista. E come è ovvio, quando mi sveglio con questi pensieri torvi, non posso che volgere lo sguardo verso ciò che più amo al mondo. Voi due, piccoline mie. E così mi sono detta, questo progetto di scrittura è qui anche per voi. Raccoglierà miei scritti, le mie parole, che vi seguiranno sempre, delle quali potrete disporre. Per ritrovarmi. Ecco allora la mia carezza infinita sulle vostre gote di pesco. Ma fino ad ora di parole proprio destinate a voi ce ne sono state poche. Troppo poche, considerando che colmate la mia esistenza. Il fatto...

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Continuo a pedalare

Anche oggi cerco un senso
Ci penso e ci ripenso
Ritrovo dentro il ritmo
per smaltire il mio dissenso.

Che molto spesso è dura
Che non c’è più misura
Me lo si legge in faccia
troppe volte fa paura.

Ma non puó continuare
Ha senso argomentare?
Non posso più aspettare
Ho anch’io il diritto di passare.

Subisco prepotenze
Non pongo resistenze
Mi acciglio, grido dentro
Stringo i denti, creo aderenze.

Continuo a pedalare
Un po’ ad accelerare
Cerco veloce un punto
In cui ci si possa rilassare.

Non voglio rinunciarci
Tu pensi “uffa mi intralci”
Spingi forte il pedale

E della morte ecco le falci.

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Non è come sembra

Ormai è inevitabile. Presto i nodi verranno al pettine, e i miei scopriranno tutto. Non potrò mai ottenere la laurea. E loro, che già si preparano a festeggiare – no, non mio padre, che da uomo dedito alla Legge quale è, la considera cosa dovuta – sapranno che sono solo un bugiardo, e un codardo. Mio padre avrà la definitiva conferma per la sua più affermata intuizione: sono un inetto. Un buono a nulla. Un indegno. Come ha sempre dichiarato apertamente, lui che non commette mai errori. L’integerrimo. Il superuomo.  Questa volta mia madre non potrà far nulla per...

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Passava una stella

Naso all’insù, passava una stella chiedevo più volte la cosa più bella ma quel bocciolo non era mai nato ancora più forte io allora ho sognato. Passavano gli anni, e infine ci siamo il mio fiorellino ha sentito il richiamo occhi negli occhi è appena nato un dolce bocciolo dal rosa incarnato. Con la tua mano cercavi conferma di quell’amore che mai fu dilemma ti stavi schiudendo come fa una carezza che sa distanziare qualsiasi amarezza. Ti osservo crescere e diventar forte sei gioia pura che mi toccò in sorte lo sguardo è tenero ma soddisfatto il mio dolce bocciolo...

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Dimensione nuova

Come sotto anestesia, la osservi
inoltrarsi adagio, immersa in sogni
dagli occhi dischiusi
in cui afferri il riflesso di scenari
mai veduti, colori
nuove percezioni
cui non hai ammissione.
Assente. Senza trasporto
per ciò che vive, per ciò che siete.
La guardi valicare la soglia
la breccia verso dimensioni
inusitate e possibili.
Quelle in cui ha seguito
senza indugio i suoi aneliti
lasciandoti indietro, a metà
del sentiero, prima del crocevia
in cui vi sareste infine scelti.
Ti guarda. Ma non ti vede
che la sua mente è altrove
in una dimensione nuova
da esplorare come un bosco
da ricevere come pioggia.

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