Sono qui sulla strada sono le 22,30.
Un freddo cane, non sono nemmeno tanto imbottita di abiti. Sto qui da un’ora con uno spray orticante in mano. Eccola si avvicina un’auto, un signore distinto abbassa il finestrino e si presenta come tanti altri, so anche di sicuro che il nome è fasullo: “Ciao sono Marco, ma sei giovanissima?” “Come ti chiami? Hai un bel corpo!” Come al solito salgo sulla macchina e gli rispondendo: “Sono Anuska”. Anche io come loro uso un nome falso e il trucco mi camuffa bene, non sono nemmeno straniera.
Intanto lui mi guardava con lo sguardo lussurioso ed io replicai: “Non guardare solo il mio corpo”. Nel mentre mi sfilai uno stivale e gli mostrai il mio piede senza due dita. “Dopo la morte di mia madre con i suoi risparmi, sono scappata di casa dall’Ungheria, mio padre puzzava di alcool e mi picchiava, dopo questa ultima​ violenza, ora provo a sopravvivere”.