Vivo i miei giorni uno dopo l’altro, e mi dico: come potrei fare diversamente? Non è forse l’oggi l’unico momento che vivo davvero, non è forse il passato uno stantio magazzino dei ricordi e il futuro un delirio di sogni, progetti ed ansie? Ed allora, se non riesco veramente a calmare il mio spirito, almeno che calmi l’agitare quotidiano del corpo, la frenesia.
 
… Ea poi viene la notte, quando il grande castello della Ragione, ma non solo, della Responsabilità, della Giustizia e di mille altre parole, tutte con la maiuscola, mostra le sue incrinature e vedo da dietro filtrare la luce. Allora mi rendo conto che è soltanto uno scenario, un grande sfondo di cartapesta oltre la quale c’è la vita vera, quella vita in cui davvero ogni istante è reale, ogni momento è presenza.
 
Mi guardo nello specchio e ogni notte mi vedo più vecchio, tristemente più vecchio. mentre lo specchio si trasforma e dall’altra parte dell’argento vedo te, te sola che ho amato e perduto, tutto in un giorno e sempre per mia colpa.
Tu che in un istante di pura vertigine mi hai insegnato il senso e la realtà dell’amore, tu che non ho avuto il coraggio di seguire oltre lo specchio e ora piango. Tu, sempre più lontana, che disperatamente vorrei sapere felice, tu che saresti tutto per ogni uomo, tu che sei la baia nel cui abbraccio vorrei riposare per sempre.
 
Ma al termine di ogni notte, il giorno ritorna.