Puoi incontrarlo, magari tutti i giorni, durante il regolare svolgimento della tua attività, ma anche nei momenti di ferie o fancazzismo non pianificato. Al lavoro (Zeus, quanti se ne incontrano!). Nel fortunato tempo del tuo hobby preferito. Quando te lo aspetti e – ovviamente – quando meno te lo aspetti (non c’è speranza, sai che potresti incontrarlo).

Ti trovi lì – esattamente dove sei, pacioso, camminando in compagnia o da solo, quando devi e puoi riflettere su quello che accade. Oppure ti trovi là, quando hai appena sfiorato il triangolino del tuo lettore mp3 preferito per concederti una sana schitarrata urticante a volumi vietati dalla convenzione di Ginevra. O proprio laggiù, dove credevi di averla fatta franca.

Ti viene incontro baldanzoso, come il lupo di Leonida pregusta la preda, affilando i canini con la lingua in attesa che la caccia sia compiuta. I tuoi occhi vanno prima a sinistra, e poi velocemente a destra, non rilevando nascondiglio alcuno, né tattico anfratto, o neanche un dispositivo di occultamento scordato da un Predator durante l’ultima scampagnata estiva. Non puoi evitarlo, e cerchi una posizione laterale di uscita, anche se l’eucariota ha intuito il tuo movimento e squilla a 117 logaritmici decibel il suo saluto, di fronte al quale non hai possibilità di uscita.

E’ proprio lui: il Fanfarone Importunus.
Classe: Mammalia
Ordine: Primates
Genere: Homo (ahinoi!).

Non fai in tempo ad ultimare la conviviale frase di saluto che il bipede attacca il gruppo elettrogeno collegato alla strumentazione vocale per inondarti di informazioni, infiorettate, sulla sua vita, sui suoi successi ed achievements-awards-trophies nazionali ed internazionali, con una rapida carrellata sulle raggiunte e consolidate meraviglie professionali (8 minuti e mezzo, con dettagli artistici sul percorso formativo e carriera), una dissolvenza incrociata sui successi musicali (circa 4 minuti, cinque dischi che variano dalla Sinfonica al Post-Punk-Crossover-Hardcore in compagnia di personaggi statuari che vanno da Von Karajan – da lui chiamato confidenzialmente Herbie – fino al figlio sconosciuto di Iggy Pop), un’inquadratura con un dolly su considerazioni filosofiche proprie di una mente superiore amplificata dal prisma della grandezza sul rapporto tra successo e (suo) desiderio giovanile (interminabile, 13 minuti filati), e una botta di steadycam su attività collaterali come presenze a mostre e convegni sulla migrazione del Dodo, prefazione di 9 libri di case editrici mainstream ed indipendenti e coda sui successi fuori dallo Stivale (non meno di 15 minuti percepiti).

Qualsiasi cosa tu abbia mai fatto nella tua misera, sporca, inutile vita, l’Importunus ha avuto la capacità di farla:
a) prima
b) meglio
c) documentandola appropriatamente con velleità artistiche a te sconosciute.

Dopo questa sbrodolata, durata più di 40 minuti (al ritmo di una imprecazione al minuto, mi sono guadagnato il posto da anima prava VIP sulla barchetta di Caronte), l’Importunus si ferma. Incredibile. Mi fissa con acquosi occhi appena tinti di fatica (il fanfaronismo stanca) e mi chiede:

“E tu? Fai l’informatico, no?”.
Pausa.
“Si.”

La pausa tra domanda e risposta mi lascia una sola frase in testa: impara a nascondere. Imparare a nascondere la fatica. Imparare a nascondere il dolore, se possibile. Imparare a nascondere il proprio respiro: un respiro affannoso è chiaro indice di stanchezza, e quindi un’arma in più in mano all’avversario. Imparare a nascondere una postura non corretta (mani sui fianchi, testa che ondeggia verso il basso). Imparare a nascondere le parole che descrivono la propria esperienza per metterle in pratica durante un momento critico. Imparare a nascondere il proprio Ego. Carattere ed Ego sono due entità – talvolta – opposte.

L’Importunus si accinge al commiato (in effetti avrà molto da fare) e durante le fasi finali della sua autoreferenzialità mi consiglia di leggere il suo Blog.
Sogghigno di nascosto. Mi ha dato un buon suggerimento: non andrò a leggere il suo Blog ma scriverò un post sul mio mediocre taccuino digitale. Non sarà un gran che, ma sarà di aiuto per nascondermi fino al prossimo Importunus. E voi? L’avete mai incontrato?