Sono stata a Ischia una sola volta, avrò avuto 12 o 13 anni.
E’ stata una di quelle giornate a sorpresa che capitavano di frequente con mia madre: probabilmente usciti di casa per andare a Capo Miseno o a Villa Beck, a un tratto lei aveva deciso: “Andiamo a Ischia” e ci aveva trascinati all’imbarco dell’aliscafo (mia madre non era tipo da traghetto, anzi “vaporetto” come si chiamava allora, nei favolosi anni ’60). Dopo un viaggio con il vento sul viso, come piaceva a me, all’esterno dell’aliscafo, approdiamo e cominciamo a girare, finché mia madre decide di andare alla spiaggia dei Maronti, a Barano. Montiamo su una di quelle buffe Api Piaggio rese decappottabili e trasformate in taxi dalla fantasia degli isolani e iniziamo un giro panoramico. La spiaggia era spettacolare, l’acqua cristallina, le “cave”, le onde, ma per chi come me nuotava come un cane (mai superato il trauma di essere stata buttata a mare dalla barca da mio padre, metodo Montessori dei miei tempi, mentre mia madre dalla riva, incinta di 8 mesi, urlava e si sbracciava) il fondale che repentinamente precipitava a livello “non tocco” non fu una scoperta piacevole. In realtà il ricordo che maggiormente mi lega all’Isola Verde è una pesca, sì, una meravigliosa, succosa, dolcissima pesca bianca. Le comprammo nel pomeriggio da un fruttivendolo di Porto, quando stavamo per ripartire e le mangiammo, dopo una sciacquata sotto una fontanella, per strada, tutti e tre ridendo e sbrodolandoci con il nettare zuccherino. Se chiudo gli occhi sento ancora il profumo lieve e penetrante di quel frutto, il piacere intenso di affondare i denti nella polpa morbida e rosata, dolcissima e l’eco delle nostre risate. Era buonissima ed enorme, non ho mai più mangiato una pesca così e, nonostante non abbia ancora smesso di cercarla, sono certa che non la ritroverò mai più. La magia di quel momento, un attimo di pura felicità, noi tre, felici di quel poco meraviglioso, lontani dagli orrori del nostro quotidiano, liberi nella bellezza, nel sole e nel mare, nell’aria di quell’isola, con il frutto più buono del mondo. Non ho fotografie di quella giornata, ma è tutto stampato nella mia memoria e nel mio cuore.