Prima Parte

Ja storia di Ezèard Bouffier aveva affascinato una vecchia signora appassionata di alberi.
Nelle notti insonni (i vecchi dormono poco) si divertiva a ricordare gli alberi della sua vita.
Iniziava con il grande fico che era nel giardino della casa della sua infanzia..
Ci si poteva arrampicare facilmente e con gli amici che condividevano con lei questa gioia, viveva avventure le più fantasiose.
Avevano anche cercato di costruire una casetta come vedevano fare nei film americani.
Ma non c’erano mai riusciti.
Un altro albero a cui pensava era una quercia centenaria che ombreggiava il prato di una casa colonica in Toscana.
Lì lei andava spesso in vacanza e amava sedersi sull’altalena che era attaccata a un ramo.
Dondolandosi guardava la grande chioma verde che l’avvolgeva, i bagliori di luce tra i rami,sprazzi di azzurro tra le foglie.
Erano momenti indimenticabili.
C’era poi un frassino in una piazzetta di Vence, in Provenza, che si chiamava appunto Place du Frène.
Aveva intorno al tronco una panchina di ferro dove si sedevano persone anziane, mamme con bambini, era un luogo di aggregazione.
Lei lo vedeva dalla finestra di un albergo che era proprio sulla piazza ed era luogo delle sue fughe d’amore.
Al mattino si sentiva il cinguettio di decine di uccellini e, spalancate le finestre, le foglie e i profumi dell’albero, entravano nella stanza.
Altri alberi li aveva incontrati nei suoi viaggi: gli ulivi millenari dell’Orto del Getzemani dove Gesù dormiva prima di essere tradito, le mangrovie che nascevano dalle acque del Rio delle Amazzoni, gli aceri rossi di Central Park a New York.
Quanti altri ne avrebbe voluto vedere ma poteva ritenersi soddisfatta per le sensazioni che la natura le aveva regalato.

Nel periodo in cui la vecchia signora leggeva quel libricino, un americano, Ron Allen Hornbake, si era inventato una specie di gioco letterario: il Book Crossing.
Con il motto “Se ami un libro lascialo libero” invitava chiunque amasse particolarmente un libro, a dare la possibilità agli altri di leggerlo, lasciandolo in qualche luogo dove una persona fortunata lo avrebbe trovato.
Una bellissima idea!
Il tutto doveva essere comunicato su un sito Internet, così si poteva seguire il percorso del libro e le impressioni di chi lo leggeva.
La vecchia signora che era attenta alle novità, si entusiasmò del fatto di poter far conoscere la storia di Elzèard Bouffier a qualcun altro.
Le dispiaceva però rimanere senza quel libricino, lei che aveva una enorme quantità di libri essendo una accanita lettrice fin da bambina.
Allora andò in libreria, comprò un’altra edizione del “L’uomo che piantava gli alberi” e cominciò a pensare dove lasciarla.
Era di Genova, abitava nella zona di Castelletto e proprio lì, sulla Spianata, c’era un tasso che, come un enorme ombrellone, ricopriva un’aiuola dove c’erano delle panchine.
Su una di quelle lei si sedeva quando aspettava l’autobus e intanto si godeva l’effetto benefico della pianta: ecco trovato il luogo ideale!
Seguì tutte le istruzioni del sito Internet, le scrisse su un foglietto che mise nel libricino e un pomeriggio, con un po’ di batticuore, lo lasciò sulla panchina.

continua……