Avere obiettivi nella vita è importante.
Coltivare desideri, primari e non, è normale.
Inseguire sfide per anelare alla loro realizzazione è uno sprone a mettersi in gioco, a partecipare, a impegnarsi nel raggiungimento di traguardi ambiti e perseguiti con costanza e pervicacia.
Sarà quindi maggiore la soddisfazione, nel momento della loro conquista, un risultato che gratifica e incita alla prosecuzione ed alla moltiplicazione degli sforzi nell’obiettivo di trovare appagamento e rafforzare anche l’autostima.
Ma che dire, invece, quando l’obiettivo prefissato è semplicissimo da raggiungere?
Quando l’ottenere risultati viene servito senza aver prodotto il minimo sforzo su un piatto d’argento?
Quando i desideri, qualunque essi siano, vengono esauditi e tacitati dalla banalità di uno scontato “tutto e subito”?
Dov’è, allora, la soddisfazione?
Dove si è nascosta la gioia?
Dove, perché, quando si è abdicato all’orgoglio di mettersi in gioco e di rischiare, per provare a raggiungere la meta, i propri sogni?
Avere troppo, di tutto, e senza fatica alcuna non è la soluzione!
Così, non si cresce.

Consiglio una bella poesia di Bertolt Brecht:
“Ich habe gehört, ihr wollt nichts lernen”
(Ho sentito che non volete imparare)

Fondamentale.