Le cuspidi di Cassiopea svettano nel vuoto
ammiccando sospette intuizioni
sul quieto orizzonte d’una notte
che assomiglia ad altre andate
il cui cordone ombelicale avrei dovuto
da tempo strappar via a morsi rabbiosi.
Vagabondi, nomadi erranti restiamo
e portiamo nel cuore una caverna
mentre Giove solenne ci sorveglia
col suo unico, ciclopico occhio
perennemente acceso sulle nostre distrazioni.

 

(10 maggio 2011)