Quanto deve camminare un’uomo prima di chiamarlo uomo? Quanto deve volare una bianca colomba prima di poter riposare? Quanto devono volare i proiettili prima di essere banditi? Quanti anni deve esistere una montagna prima che venga sciolta nel mare? Quanto deve esistere una persona prima di essere libera? Quante volte un uomo può voltare la testa fingendo di non vedere? E quante volte deve guardare in alto prima di vedere il cielo? Quante orecchie deve avere per sentire prima che il pianto si perda nel deserto? E i morti? Quanti ce ne vogliono prima di capire che troppi muoiono perché non ce ne fotte un cazzo?

Le risposte soffiano nel vento, amico mio”.

Fine della storia.

Il testo di “Blowin’ in the wind” fu scritto da Bob Dylan nel 1962. Sono passati quasi sessant’anni: è cambiato qualcosa? O nnamo, dimo e famo controculture e nulla cambia?

Vediamo.

Dignità, pace e libertà languono ancora. Gli steccati alle frontiere si ergono ancora alti come montagne ed il mare non li ha ancora demoliti. Gli schiavi li travestiamo da partite IVA ma esistono ancora. I cialtroni che fingono di non vedere esistono ancora, i ciechi che non vedono il cielo si sprecano ancora, i pianti si perdono nel deserto ed i morti che potremmo evitare si sprecano.

Macché fine?! La storia continua e per questo ho aggiunto la parola “cazzo” nel testo originario di Dylan; chiedo scusa per il francesismo ma ce l’ho aggiunto anche per sicurezza personale essendo duro di comprendonio e per capire ho bisogno di sberle. Questa è comunque “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan.

Farina del sacco di Bob Dylan?

Non tutta.

Si può dire la stessa cosa per la teoria della relatività di Einstein perché persino i frutti più eccelsi del nostro pensiero non maturano mai in una sola mente ma hanno bisogno di un terreno fertile sul quale un nuovo pensiero germina, attecchisce, trae alimento e cresce prima di essere confezionato e dato in pasto alle altre menti per fungere a loro volta da terreno fertile. Il terreno fertile è quindi sempre il pensiero già prodotto in precedenza da altri, persone o cose che siano: da un altro uomo, un altro gruppo di uomini, un’intera società, una stella, una galassia, un lago, una nuvola, una pulce, un batterio, l’intero universo. Perché le cose altro non sono che i pensieri di Dio. Né Dylan, né Einstein, né chicchessia è creatore assoluto perché quello è solamente Dio. Alcuni di noi sono dotati di belle menti; non è poco, siamo contenti ma la cosa finisce lì. Belle menti capaci di vedere un’idea sospesa nell’aria, acchiapparla al volo, rielaborarla, aggiornarla ed evolverla fino a cavarne una nuova. E così “Blowin’ in the wind” è nella Grammy Hall of Fame e la rivista ‘Rolling Stone’ la classificò al quattordicesimo posto nella lista delle 500 canzoni più belle di tutti i tempi. Significa che questa canzone ha influenzato il mondo intero ma mi spiego meglio se riporto che il testo della canzone fu inserito in una antologia scolastica in Sri Lanka.

Inebriante, no?

Joan Baez ha appena compiuto ottant’anni, è più bella che mai e pensando a lei mi è venuta in mente questa canzone; interpretandola diventò famosa lei e famoso Dylan che così diventò pure lui un riferimento della controcultura americana nei confronti del razzismo, dello schiavismo, dei diritti umani in generale, della guerra fredda, della guerra in Vietnam e di tutte le guerre.

Eccezionale, no?

Su quale precedente pensiero germinò, attecchì e maturò la canzone nel pensiero di Bob Dylan?

Sulla precedente canzone “No More Auction Block”, uno struggente spiritual che ebbe origine tra gli schiavi afroamericani fuggiti dagli USA per rifugiarsi liberi in Canada verso la metà del 1800.

Interessante, no?

Inebriante, eccezionale e interessante ma un po’ gattopardesco; dal 1962 sono passati sessant’anni ed i problemi li abbiamo soltanto scalfiti. Sembra quasi che ci adoperiamo per cambiare qualcosa al puro scopo di lasciare tutto quasi come prima. La tentazione di liberarmi con un rosario di francesismi è forte ma è decisamente meglio ringraziare visto che fummo fortunati se al tempo della guerra fredda non mettemmo il bottone rosso che comanda le bombe termonucleari nelle mani di uno bravo a seminare odio e bugie ed incitare ad assaltare Capitol Hill in cambio di voti. Fummo fortunati, no? E allora ringraziamo per come ci andò. Oltre a questo, per i diritti umani era forse peggio il 1962, era certamente peggio il 1800 ed ancor peggio era il tempo delle caverne; meglio quindi ringraziare. Sia pure in tempi biblici qualche minimo progresso lo facciamo ed il poco è meglio del niente o del peggio.

Grazie anche se cantiamo che occorre fare mille ma poi facciamo dieci.

Che rabbia!

Ma grazie per quel dieci che per quanto sia poco è meglio di niente.

Chiudo con amen o chiudo con awomen?

Ecco, appunto: c’è chi ha una bella mente e c’è chi ha una mente bacata.

Pian piano si arricchisce pure il vocabolario ma rimetto i piedi a terra e chiudo con un ciao.