Già ora di svegliarsi! Questi piccioni e il loro grugare, ormai è cosa usuale che mi destino ben prima del roboante squillo della mia sveglia. E a ben guardare forse è anche meglio, di certo è meno scioccante, un modo più delicato e graduale per passare dallo stato dormiente alla veglia.
Il sole già sta filtrando…
“Un momento. Cosa devo fare oggi?”
La sensazione di inadempienza è forte, e quindi scorro con la mente le usuali incombeze settimanali.
Il giorno di palestra, il giorno della donna delle pulizie forse… “no”.
Mia figlia mi ha chiesto di fare per lei una qualche commissione, tipo multe da pagare, pratiche da sbrigare, mio nipote da accompagnare, lavori da presidiare…? “No”.
Miofigliolanuoralepiccole? “NO!”
Accidenti, non ho poi cosí tante cose da fare dopotutto, ben lungi sono ormai i tempi in cui una schiera di uomini in divisa era disciplinata della mia puntuale programmazione di attività che li coinvolgevano secondo tempi e in luoghi perfettamente stabiliti in una complessa e articolata tabella di marcia… eh come sapevo coordinare io quei giovani scapestrati, diciamolo! Ma sto divagando…
Torniamo al presente, “Cosa diavolo mi sfugge, cosa?!”.
Abbiamo detto non figli, non nipoti… restano solo gli amic… “Pino!!”
Pino da accompagnare in aeroporto! Bene! No proprio per niente: dovevo passare a prenderlo alle 7, avevo messo la sveglia! Ma perché non ha suonato? Perché Pino non vedendomi non mi ha chiamato?
Ci sono!! Ho dimenticato di mettere il telefono in carica! Ora il panico è totale.
Forse posso ancora farcela, corro corro!
Vado in bagno, accidenti è andata via l’acqua!! Ma non è possibile, non è ammissibile… grrr questa giunta comunale, lo dico sempre che sono tutti dei ladri, dei farabut…
Ok, ho ancora qualche salviettina umida da pannolino di mio nipote, che ha 10 anni… si sarà disidratata? Fa nulla! Ci accontentiamo! Sono o non sono stato un militare, “cribbio!”
Sto perdendo secondi preziosi. “Posso farcela, posso farcela!”
Di radermi non se ne parla. Jeans! Fa un caldo atroce ma fa nulla, rimanderemo la ricerca dei pantaloncini a più tardi.
Maglietta. Questa andrà bene… di solito la uso per dormire, ma in fondo dovrà vedermi solo Pino! Non si sconvolgerá di certo solo perchè ho la maglietta di Grande Puffo!
Le chiavi, accidenti! Le metto sempre al solito posto, perchè non sono lì… cerca Franco cerca, ricorda Franco, ricorda!
Tic tac tic tac tic tac …
Ora spiegatemi cosa ci facevano le chiavi sulla mensola del sapone in bagno! Questa è la vicinanza con quella testa distratta e artistoide di mia nuora, la mia nuora preferita. Beh è l’unica che ho dopotutto.
Corro corro, tiro fuori dal cancello automatico la macchina e “No, non è possibile, non la sbaglio mai questa manovra, maii!”…
Sono rassegnato, raggiungeró Pino senza specchietto.
Ecco. Il semaforo rosso, e ti pareva?!
Riparto… e no, “la matta no!”
La vedo passare a rallentatore davanti al muso della mia macchina, mentre spinge un passeggino pieno di fiori, che oggi sembrano lillá… è l’immagine della calma e dell’armonia, appare come un’antica vestale che procede a ritmo di bradipo di fronte al muso della mia auto, mi saluta e manda baci suadenti al mio Grande Puffo… quando sono certo di non investirla sgommo per ripartire!
Finalmente sono sotto casa di Pino, e sembrerebbe ancora miracolosamente in tempo, allungo la mano verso il telefono sul cruscotto e, un urto, un dolore lancinante alla mano…
Apro gli occhi! Quello non è un cruscotto, ma un comodino, e dolore alla mano c’è, ma dalle persiane filtra solo il buio, l’unico chiarore è quello della piccola lampada notturna, nessun piccione gruga, solo un cane abbaia in lontananza!
Afferro il telefono: è carico, segna le 2:35 e l’allarme è impostato alle 6! Ho sognato di svegliarmi! Un sorriso scaccia via il panico.
Pino non ha perso l’aereo ed io ho ancora più di 3 ore di sonno, sogni strani permettendo.