Racconto in 2 puntate
Personaggi ed Interpreti:
Io – nel ruolo di me stessa
Amaranta – la mia alter ego
Cagliostro – il mio gattone nero

Henry Chinaski, eccolo emergere dal buio più fitto dove lo avevo relegato molto tempo fa, sperando di non sentir più parlare di lui.
Ma dal mondo remoto delle ombre sottili, uomini come lui non fanno fatica a riemergere, a loro piacimento, così abili a lasciar indelebili segni del loro caotico passaggio perché c’è sempre qualcuno, in questo strampalato mondo, che si pone sulle loro tracce, qualcuno pronto a raccoglierne l’eredità e, se possibile, moltiplicarne perfino i geni.

– Cos’ha a che fare, Chinaski, con quel vestito? –
Chiedo senza voltarmi, perché ho paura di vedere, come allora, nei suoi occhi la fiammella della follia, mentre il cuore ha iniziato a martellarmi forte nel petto, amplificando il suo battito fino alle tempie.

M – Cos’ha a che fare Chinaski con quel vestito? –
A – E’ un suo regalo –
M – Un regalo…non è il tuo compleanno –
A – Come sei schematica, Mari. Non c’è bisogno di una ricorrenza per fare un regalo –
M – Certo che no, ma questo non vale per gli irrecuperabili come Chinaski. Cosa vuole da te? –
A – Sei prevenuta. Uno dei motivi per cui sei sola. Sei tu l’irrecuperabile –
M – Era sparito, Perché si è rifatto vivo dopo tutto questo tempo? –
A – L’unica a crederlo sparito eri tu, Mari. Perché quando ti convinci di qualcosa, quel qualcosa diventa definitivo, la tua unica verità, In realtà, io e Henry, in questi tre anni siamo rimasti sempre in contatto, e ora abbiamo deciso di rivederci. Dov’è la stranezza? –
M – Detto così… la strana sembro io, ma anche tu sai che le cose non stanno proprio in questo modo –
A – Ok, allora dimmelo tu come stanno le cose. Devo ricordarti del tuo tentativo, per altro fallito, di sedurre Bukowski al solo fine di cancellare questo capitolo dalla vita di Chinashy? Ma Charles se n’è guardato bene, lui è uno spirito libero, vero, e lascia liberi anche gli altri, al contrario di te che devi sempre avere il controllo della situazione, e così maniacale che devi incasellare tutto e nettare dalle sbavature. La tua creatività si riduce a dipingere le gabbie dei pettirossi, senza trovare il coraggio di spalancarle “che altrimenti, povere anime, si smarrirebbero, o non avrebbero da mangiare, o sarebbero mangiati, o impallinati da qualche cacciatore, o fulminati dai cavi elettrici delle linee aeree, o qualsiasi altra apocalisse la tua mente sia in grado di partorire, pur di lasciare le cose come stanno. Le tue gabbie hanno colori incredibili, peccato, però, che rimangano sempre chiuse. Tu sei l’angelo della morte, Mari! –

Mi giro inviperita per risponderle a tono e la vedo con l’abito indosso,
L’abito più bello sulla faccia della terra indossato dalla donna più bella sulla faccia della terra.
La guardo, e le parole lasciano il posto a lacrime di commozione. E di orgoglio.

– Sei bellissima – Riesco solo a dire
Lei mi viene vicina e mi abbraccia sommergendomi nei chilometri di tulle del suo abito fiabesco.

– Come hai fatto ad entrarci? – Domando ridendo
– Non è stato poi così difficile – Mi porge un bigliettino vergato rosso con grafia anarchica

“My dear, you’ve come into my heart a little bit at a time, and now that you’re all over, I’ll keep you forever with me.
The secret of the dress is the same as my heart.
Henry”

– Traduci, per favore, che non conosco l’inglese – Chiedo confusa
Amaranta, allora, traduce per me

“Mia cara, sei entrata nel mio cuore un po alla volta, e ora che ci sei dentro, ti terrò per sempre con me.
Il segreto del vestito è lo stesso del mio cuore.
Henry”

– L’abito è composto da diversi strati, lo si indossa un pezzetto per volta e, alla fine, ci sei dentro – Mi confida complice

…come dentro al suo cuore.
Concludo per lei.