Mastro Lupo si svegliò perché un raggio di sole gli sbatté sugli occhi facendolo sobbalzare. La giornata si presentava bene ma a lui, quel risveglio, aveva dato molto fastidio. Non che avesse ancora sonno, ma stava sognando che era seduto a mangiare come meglio non si può e lasciare tutto quel ben di Dio sul tavolo … “va bene dai, tanto le cose sognate non saziano veramente!” Pensò. Si stiracchiò, sbadigliò e, con in bocca ancora il gusto della succulente cena della sera prima, si alzò e avendo sete, pensò di andare a farsi una bella bevuta al fiume … fiume è una parola grossa! Era un torrentello largo scarso un metro, ma con acqua così fresca da provare gran piacere. Non fece molta strada e andò a sistemarsi nella parte alta, vicino alla sorgente, là dove l’acqua è sempre più fresca. Bevendo, così senza farlo apposta, lo sguardo gli cadde verso la parte bassa e chi ti vede? Agnellino, il figlio di Don Montone, col capo abbassato che stava bevendo. D’essere sazio era sazio, ma è pur sempre lupo e la vista d’un boccone così tenero gli mise in subbuglio lo stomaco e iniziò a sbavare.

Ehi tu, che stai facendo qua?” Gli chiese con una voce, che solo a sentirla, faceva accapponare la pelle per la paura.

Niente, sto bevendo, così come fate voi.” Rispose Agnellino alzando il capo con una vocina calma e tranquilla.

Ah, è così? Ma non ti accorgi che così facendo mi sporchi l’acqua, eh?” E già comincia a smaniare, senza togliergli lo sguardo di dosso.

Ma che state dicendo Mastro Lupo!” gli rispose quasi sorridendo. “Ma come posso fare una cosa così se io sto nella parte bassa e voi di sopra?”

A sentire quest’amara verità per lui, s’infuriò e, preparandosi a saltargli addosso, urlò: “Se non sei tu a sporcarla allora fu quel maiale di tuo padre!” Saltò e … BOOM! Una fucilata lo colpì alla zampa e cadde in terra come un fico maturo. Pure Agnellino si spaventò e guardò impietosito Mastro Lupo che bestemmiava come un carrettiere infuriato.

Cosa è successo Mastro lupo, vi siete fatto male?” Gli chiese innocentemente mentre alzando lo sguardo guardava il cacciatore che aveva sparato.

Stai zitto tu, che fai, mi prendi in giro? Certo che mi sono fatto male e a te è andata bene!” E s’infuriò Mastro Lupo. “Però non è giusto! Io sapevo che questa favola finiva in altro modo, non c’erano cacciatori nei paraggi e tu caro mio …”

“… io, vi ho lasciato a bocca asciutta!!! Ahahahah!! Ormai i tempi sono cambiati, caro Mastro Lupo, si è più istruiti e l’istruzione aggiusta tante cose, ti fa conoscere gente nuova, fai amicizie insomma, non sei più solo.”

Si, va bene, ma quella storia aveva un senso, con questa cosa si vuole intendere?”

Per voi, mio caro Mastro Lupo, senso o non senso, quella storia era perfetta, andava nel verso giusto, non è vero? Un salto … un boccone, e chi s’è visto s’è visto! Ora, per esempio, qualcuno ha scritto questa nuova favola e la ruota ha girato nel verso giusto per me, è cambiato tutto e quello che si raccontò ormai non c’è più. Mastro Lupo questa … è un’altra favola perciò, mi ascolti, ringrazi il suo Santo che ve la cavate solo con una zampa zoppa!

—- Enrico “Testavacanti” Izzo —-