Volevo vivere la nostra storia d’amore con leggerezza, donandoti me stessa senza pensieri, lasciando da parte ogni incertezza, godendo dell’attimo di tregua che la vita mi offriva.
Ma, la vita è una grandissima puttana, se da una parte ti dona con spudorata leggerezza, dall’altra improvvisamente si riprende tutto, nega, finge, disapprova, distrugge.
Un’altalenante susseguirsi di emozioni contrastanti, di consapevole certezza quando la realtà arriva a distruggere il sogno che ti eri costruito.
Volevo te, ma non potevo averti, amavo te, ma non avevo il diritto di amarti, volevo vivere ma mi sentivo morire e, invece di andare avanti, mi fermai.
Volevo tante cose assurde dettate dalla voglia di amare, dal desiderio di essere felice e dal naturale bisogno di mettere da parte, almeno per un po’, il mio dolore.
La realtà arriva sempre, beffarda, puntuale e fa svanire i sogni che avevi costruito.
Ti sembra ingiusta, crudele ma con lei non puoi mentire, ti devi confrontare e cederle il passo.
Se potessi fermare i miei ricordi e i miei pensieri avrei un po’ di pace invece, li osservo passeggiare impuniti nella mia mente stanca.
Così ho abbandonato un sogno, bellissimo ma irreale, l’ho lasciato volare via una solitaria sera d’inverno, come una foglia morta portata dal vento chissà dove.
Il cuore mi diceva:
«Vai avanti».
Ho dato ragione al mio cervello, mi fermai e ricordo che piansi.
So solo che ti amavo e continuerò a farlo, che ho chiuso la parte più intima del mio cuore ma che posso ritornarci quando ho voglia di sognare e di pensarti.