Certo, è molto più semplice scenderle, le scale, che risalirle. Soprattutto se nemmeno si deve fare la benché minima fatica per riuscirvi.
Così nella vita.
Troppo comodo delegare ad altri la soluzione di qualsiasi difficoltà, rinunciando a mettersi in gioco per paura di fallire o semplicemente per pigrizia. La stessa pigrizia che oggi contraddistingue troppa nostra immobilità, il nostro rifiuto al confronto con tutto ciò che è “diverso”, scomodo, sconosciuto, straniero.
Il nostro non-agire.
Il nostro accettare, sempre più frequentemente e supinamente, soluzioni preconfezionate, il nostro abdicare a qualsiasi sforzo o impegno personale per perseguire obiettivi il raggiungimento dei quali presupporrebbe solo e soltanto ciò che fin troppo spesso non siamo più disposti a fare: risalire le scale.
A piedi.
Sulle nostre gambe.
Impegnandosi a farlo.
Rischiando.
Di mettere un piede in fallo.
Di cadere.
Di sbagliare.

E allora, gente, accettiamo la sfida?
Quella scala in salita è vuota.
Sta aspettando solo noi.
Ed il tempo dell’attesa – lo so, lo sappiamo – è ormai finito.
Carpe diem!