Ho una biblioteca e ne vado orgoglioso. Quando, ormai son circa quaranta anni, ci fu la fine del mio primo matrimonio, l’unica cosa che mi portai appresso furono i libri. Che allora non erano poi tanti ma, via via, son cresciuti fino ad obbligare me e la mia attuale moglie alla continua ricerca di spazi per ospitarli.

Il database nel quale scrupolosamente registro vita, morte e miracoli delle mie amate creature mi dice che ho superato quota cinquemila. A scanso equivoci, non sono tutti romanzi, ma un buon 70% sì… potrei essere più preciso interrogando il database, ma non credo che il dettaglio sia importante.

Nel periodo d’interregno tra primo e secondo matrimonio (più di dieci anni) un carissimo amico, che oggi purtroppo non c’è più, vedendo la mia biblioteca – che intanto cresceva lentamente – ebbe a dire che mai gli era capitato di vedere “cotanta accozzaglia” (usò questo termine) di generi e temi diversi. Lui era uno studioso e, come tale, concepiva pochissime “famiglie di carta stampata” degne d’essere ospitate su scaffali. Tuttavia, dal momento ch’era un amico, cercò di rimediare all’evidente disgusto, dicendo che dovevo certo avere un ingegno multiforme per poter spaziare così liberamente su tanta diversità.

Non so, anche dopo tanto tempo, se avesse ragione o torto e, come dicevo, purtroppo non c’è più modo di verificarlo. Quello che so è che ancor oggi che i sensi vanno via indebolendosi sento il fascino irresistibile del profumo del libro, il piacere al tatto della carta, la musica del fruscio delle pagine che vengono sfogliate. Ed entrare in una libreria, specie se antica, è come accedere all’antro misterioso della maga Circe. Ed hai voglia ad evitare le sirene tentatrici di bancarelle e scaffali rinunciando a frequentare tali luoghi di perdizione: oggi c’è la tecnologia che, stando comodamente seduti in poltrona, ti permette di trovare tutte le tentazioni librarie che si possono immaginare e di averle a casa in un amen. Benedetta e maledetta internet che prosciuga le mie tasche di pensionato!

Naturalmente qualcuno si starà chiedendo se ho letto tutto quanto vado accumulando. No, ovviamente. Anche perché da un po’ d’anni a questa parte ho dovuto, mio malgrado, rinunciare ad uno dei momenti clou in cui esercitavo il mio diritto alla lettura: a letto prima di addormentarmi. Gli occhi ormai presbiti ma, soprattutto nevralgie varie con cui non voglio angustiare chi mi legge, mi rendono impossibile rinnovare quel piacere. Così ho finito via per abbreviare i miei momenti di lettura.

Non è solo questo però a far sì che ci siano in casa mia almeno tre, forse quattrocento libri ancora da leggere. È un po’ come il discorso della ciccia in eccesso: se mangi più di quanto consumi è ovvio che favorisci le maniglie dell’amore. Così, continuando a comprare libri ad un ritmo superiore a quello con cui li leggi, è inevitabile che ci sia un accumulo. Che sia una sorta di esorcismo verso l’inevitabile paura della “soluzione finale”? Non posso escluderlo; ognuno, in proposito, ha le sue strategie e la mia potrebbe essere questa. Sta di fatto che intendo mettercela tutta per non “andarmene” prima di aver letto tutti i libri che ho comprato… e così continuo a comprare!

Tutto questo giro di parole per arrivare a dire che ho deciso di accettare l’invito (ma credo sia più una sfida) a tenere una sorta di rubrica sul suo Writer Monkey che, con furibonda originalità, avremmo deciso di chiamare “La biblioteca del nonno”.

Dobbiamo però aver chiaro un paio di cose. La prima è che il sottoscritto è tutto fuorché uno che possa vantare sul pedigree alcun merito riguardo soprattutto la critica letteraria. Ero, sono e resterò fino alla fine un lettore, anche un po’ frettoloso e senza alcuna base di cultura che lo autorizzi ad esprimere giudizi qualificati. La seconda è che ai giorni nostri c’è tanta e tale produzione di letteratura che essere aggiornati è imprese impossibile per chiunque. Leggevo giorni fa un articolo in proposito: diceva che nel 2015 (ultimo dato aggiornato) in Italia i titoli nuovi pubblicati sono stati 65 mila su carta e 63 mila in e-book. Sono dati impressionanti, soprattutto se confrontati col fatto che invece i lettori sono in continuo calo: nello stesso anno 33 milioni di persone in Italia non hanno letto neanche un libro! Senza addentrarci nelle paludi di questo curioso fenomeno, mi limiterò a sottolineare che diventa umanamente impossibile, anche volendo passare tutto il proprio tempo sulle pagine stampate, non dico leggere tutto quanto viene edito, ma anche una parte minimale.

La terza (ed ultima) cosa che vorrei sottolineare in questo mio mettere le mani avanti è che, contraddicendo l’amico di cui ho parlato, nei miei gusti mi sento piuttosto selettivo. Alla resa dei conti la letteratura che mi piace e che cerco di leggere è circoscritta a pochi generi e, soprattutto, sono esclusi molti di quelli oggi di successo. Un esempio: il famoso “Cinquanta sfumature di grigio” di cui tutti han parlato non troppo tempo fa ho provato a leggerlo (dopo averne acquistata una copia usata su una bancarella per 2 euro) ma l’ho abbandonato dopo una trentina di pagine, stanco ed annoiato. Non leggo né fantascienza, né fantasy (Harry Potter è per me uno sconosciuto); evito accuratamente le storie più o meno Harmony e sfuggo l’horror (vampiri soprattutto); col tempo ho dismesso anche le storie cosiddette “di azione” ed i romanzi bellici non m’han mai attirato. La lista potrebbe continuare, ovvio.

Di quel che resta dopo la selezione, oggi come oggi, mi vedo costretto ad affidarmi ad autori noti e collaudati. Se una volta mi lasciavo affascinare da una copertina o da una sinossi invitante, oggi non me la sento più di buttar via il tempo che mi resta (e potrebbe non essere tanto, capitemi) a fare esperimenti e prove. Così di sicuro mi perdo un sacco di cose belle, lo so. Ma ho un’alternativa? Non credo.

Infine, se avete avuto la forza di arrivare sin qui, ecco quello che vorrei fare. Vorrei raccontarvi come ho “incontrato” gli autori che amo di più e, se possibile, il perché del mio innamoramento. Vorrei tentare di coinvolgervi nelle mie emozioni e, quindi, nel mio specialissimo mondo di lettore. E se anche dovessi rendermi responsabile indurvi in qualche tentazione, vi assicuro, che non godo di alcuna royalty. Solo di condividere quel piacere che un numero sempre decrescente di umani coltiva: quello sottile e raffinato della lettura.