Iris cammina leggera
sul sentiero di polvere e sogni,
danzano le sue lunghe gambe
passi di fata tra le pietre e i rovi.

Iris ha candide, morbide mani,
che salgono al viso come petali inquieti,
che muove nell’aria come ventagli di seta,
che tende allegra verso ognuno di noi.

E i suoi occhi, i suoi limpidi occhi,
occhi di mare, di cielo,  speranza,
gemme di stelle lontane, sogno perduto
per chi li ha incrociati in un timido bacio.

Si, con le labbra, morbide labbra,
rosse rose fiorite in ogni stagione,
allegre, vivaci, ridenti, brillanti,
ironiche, tristi, arrabbiate, felici

I piedi di Iris sono ali di rondine
e solcano il cielo come fosse terra,
non conoscendo confini, paesi, città
né tristi prigioni di uffici o di case.

Ma un fiore è sbocciato sulla sua pelle
e pallido è diventato il suo viso,
magre le dita che disperato ora stringo,
di selvaggio animale ferito i suoi occhi.

Perché ogni cosa trovata è perduta
solo dopo un istante? Perché niente è eterno?
Iris ora è un fantasma nelle mie notti insonni
che svanisce soltanto nella luce dell’alba.