Si fa presto a dire “amore”, basta la parola e tutto sembra risolto, semplicissimo, senza ostacoli. Ci si riempie la bocca di queste magiche cinque lettere e si pensa di avere la chiave di volta del mondo intero. Invece per amare ci vuole coraggio, molto più di quanto si pensi. In primo luogo ci vuole coraggio ad amare sè stessi, con tutti i difetti, le contraddizioni, le cazzate che facciamo e che dobbiamo metabolizzare. Ci vuole molto coraggio a continuare ad amarci quando l’oltraggio del tempo si mostra in tutta la sua evidenza sul nostro corpo e sulla nostra mente e riduce a poca cosa, ad un’eco lontana, la pienezza della stagione d’oro che, malgrado tutto, sentiamo ancora prepotentemente dentro di noi. Ci vuole coraggio per amare i propri genitori, per comprendere e perdonare quegli errori che troviamo insopportabili e che a nostra volta faremo con i nostri figli: i limiti, le restrizioni, l’uso e l’abuso di una posizione di potere, l’incapacità di capire i bisogni diversi. Ci vuole coraggio per amare i fratelli e le sorelle, per accettare scelte non condivise, atteggiamenti incomprensibili, squarci di totale estraneità in una entità che è parte di noi. Ci vuole coraggio per amare gli amici, quelli veri che sono più di un fratello o una sorella, per accettare tutto, ma proprio tutto da loro: dai silenzi alla logorrea, dalle fughe alle bugie, dalle stranezze alle stupidaggini, alle incazzature a morte, alle ubriacature moleste, ai prestiti non restituiti, al furto di un uomo per il quale non valeva la pena, all’insopportabile peso di una verità inconfessabile. Ci vuole coraggio ad amare i propri figli perchè prima che “nostri” bisognerebbe pensare a loro come persone, altro da noi e come tali suscettibili di mutamenti repentini e non sempre facili da digerire. Ci vuole coraggio ad accettare porte in faccia di vario spessore senza perdere le staffe e la tenerezza, ci vuole coraggio a passare le notti in bianco per i denti che spuntano e, dopo qualche anno, per chi non torna in orario, per chi sembra rifiutarti, per chi ti sfida in un duello impari perchè è solo così che si cresce. E per chi torna a casa, concretamente e metaforicamente, scaricandoti fardelli che tu sapevi già essere insostenibili per spalle troppo deboli. Ci vuole coraggio per amare un uomo o una donna nella sua interezza, per accettare pregi e difetti immutabili, per condividere i giorni e le notti di una vita che non è mai come si era immaginata e sognata. Ci vuole coraggio a dire basta per amore di noi stessi, a strapparsi dal cuore i cocci di un amore finito che sapevamo già essere finito, ma che non volevamo vedere con la cecità propria dell’illusione. Ci vuole coraggio per amare qualcuno che porta con sè situazioni altre, difficili. Ci vuole coraggio a dire “ti amo e sono qui” e non “non so se sarei all’altezza” a chi non sa che farsene di lodi vuote e inutili, di riconoscimenti non richiesti e, francamente, non sentiti. Ci vuole coraggio per guardare negli occhi qualcuno e, andando oltre l’apparenza, vedere com’è nella sua essenza. E amarlo senza nessuna paura.