Ho il buio dentro che imbratta le arterie come bitume.
Il sole che opaco si spegne sulla pelle.
Rovisto le boscaglie, mi aggiro per forre e burroni, mi nascondo alla luce.
Vivo dei fruscii, mi nutro di bacche e more.
Danzo alla luna offuscata dalle nuvole.
Seguo sentieri, per tendere agguati, essere fiera tra le fiere.
Non esercito nessuna forma di comando né cerco dominatori.
Libero e rintanato, ululo e ringhio, guato e bramo.
Afferro, stringo, artiglio, ferisco e sono ferito.
Lecco il sangue che non è vermiglio e sa di ruggine.
Su di una foglia che galleggia in una pozza d’acqua, una goccia di sangue rosso rubino.
Mi volto a guardarla nel chiarore lunare è il mio cuore ferito.