Cala la notte
Lattiginosa luna
regna sovrana
About The Author
Patrizia Mandaglio
Sono nata in Calabria undici lustri fa (detto così non sembrano tanti), mi sono sposata a vent'anni e diventata madre qualche anno dopo. Vivo in Toscana, a Prato, dove ho frequentato una scuola di moda conseguendo il diploma di modellista. Il fruscio del taffettà, l'impalpabile leggerezza dello chiffon, la lucentezza della seta, sono stati complici della creatività e della passione che da sempre nutro per il mio lavoro. Ma da qualche tempo il mio cuore appartiene alla scrittura. È per lei il mio inno d'amore. Se credessi negli oroscopi direi che scoprire questo mondo è stato frutto di un fortunato allineamento di pianeti. Se pensassi che niente accade per caso mi convincerei che è merito del destino. Se fossi fermamente convinta che il destino ce lo facciamo con le nostre mani, affermerei senza ombra di dubbio, che è soltanto questione di scelte. Fatto sta che la scrittura ha bussato alla mia porta e io l'ho fatta accomodare nella mia vita, a fianco all'amore per l'arte e la poesia, che la abitano da sempre. Sono affascinata da tutto quello che è misterioso, che apparentemente non ha una spiegazione logica. Raccontare e riuscire a sospendere l'incredulità del lettore, questa la sfida. Non a caso la maggior parte dei miei racconti parla di presenze. È proprio grazie a uno di questi, Tutto suo padre, premiato dalla casa editrice Le Mezzelane, che ho ottenuto il contratto per la pubblicazione di un romanzo. Sono passati più di tre anni da quando ho cominciato a scriverlo, e ora che mi avvio all'epilogo avverto una sorta di Saudade, una nostalgia buona delle mie protagoniste. Ma le storie, come figli, bisogna lasciarle andare.
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Un attimo di consapevolezza - di Andrea Grieco
A volte mi chiedo:
come ha fatto la nostra generazione
a sopravvivere ai cibi
contenenti lattosio?
Come siamo potuti crescere
senza omogenizzati, integratori,
ormoni e multivitaminici?
Come siamo vissuti
senza Coca zero, Red Bull,
aperitivi e long drink,
se aspettavamo la domenica
per bere l’acqua gasata
con polverine disciolte?
Come abbiamo superato
gli inverni rigidi
col panino nella cartella,
senza le merendine, la nutella
e gli immunostimolanti?
Come ci siamo accontentati
della merenda del pomeriggio
fatta di pane, burro e zucchero,
senza ricorrere ai centrifugati
di frutta e verdura?
Come abbiamo superato
le sere d’estate
con una fetta di anguria per strada,
senza la baldoria degli happy hour?
Come abbiamo sopportato
la punizione di un professore,
e abbracciato incontrandolo
dopo tanti anni,
senza aggredirlo
con l’approvazione dei genitori?
Come abbiamo potuto
corteggiare la compagna di banco
senza epilazione sul petto,
e un fisico da bodybuilding?
Come abbiamo potuto
fare a meno del personal trainer,
avendo giocato solo a calcetto
sui terreni sterrati,
mentre il compagno più sfigato
faceva da arbitro?
Come siamo sopravvissuti
alle ginocchia sbucciate
e disinfettate con la sola saliva,
senza ricorrere ad antibiotici
antisettici e medicazioni?
Come siamo riusciti
ad incontrarci con la ragazza
se non esisteva il cellulare
e gli unici sms
erano un bigliettino nel diario
e un bacio rischiato?
Come accettava di uscire con noi,
se andavamo a prenderla a piedi
sapendo che volevamo
regalarle le ali?
Come abbiamo potuto
scrivere poesie
e comporre canzoni
senza l’uso del computer?
Come siamo riusciti
ad aspettare un tempo infinito
per dare il primo bacio,
se ora è l’ultimo ad arrivare
dopo un amplesso?
Eppure,
la nostra generazione
che non faceva l’alba,
ha saputo sognare.
Perché il cibo più sano
che l’ha nutrita,
era la speranza.
(trovata in giro per internet)
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