La febbre era scesa ormai da un giorno ma la tosse , così insistente, gli sconquassava il petto ancora e ancora. Aveva un ultimo giorno di permesso ma poi sarebbe dovuto tornare a scuola dove avrebbe dovuto trascorrere alcune ore appiccicato ad una lavagna a respirare polvere di gesso che avrebbe accarezzato i suoi polmoni come una carta vetrata. Erano ormai anni di quel lavoro, di crisi respiratorie che lo costringevano ad improvvise lacrimazioni, tossi stizzose di fronte ad una media di 25 paia di occhi malignamente ridenti e non propriamente beneaguranti…ma così ormai era la sua vita. Si accese una sigaretta … già quella invece era un’amica, una cosa buona ogni qualvolta gli si creava un buco dentro, un’ansia, un rospo da digerire. L’intelligenza, la logica gli venivano sempre a mancare di fronte a quella minuscola cosa che placava ogni tempesta emotiva dentro.

Sono stressato? Una sigaretta mi distenderà.

Quella tipa cretina ed insolente sta sempre tra i piedi e non la sopporto più? Ci vuole una sigaretta.

Sono allegro? Una sigaretta!

Sono triste? Una sigaretta!

Debbo concentrarmi? Una sigaretta!

Debbo rilassarmi? Una sigaretta!

Quante bronchiti e quante ultime sigarette schiacciate come serpi e maledette come veleno…

Poi, però, appena un po’ guarito, ma dai…si, solo un tiro che sarà mai, due tiri…

Quella notte si svegliò che non ce la faceva a liberare i polmoni ed il respiro breve non consentiva il colpo di tosse. Pensò che il prossimo sarebbe stato l’ultimo e sarebbe restato lì a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua. Era arrivata la resa dei conti ed una paura sottile ed acuta lo trafisse.

Cercò di respirare più lentamente evitando la violenza del prossimo colpo di tosse ed esso, per fortuna, non arrivò .

Si addormentò d’un sonno strano, spossato, nel dubbio che forse non si sarebbe più risvegliato.

E quando riaprì gli occhi al mattino provò una grande emozione nel guardare il sole che sorgeva dal mare, laggiù.

La brezza marina, così fresca, portava con sé un odore salmastro, echi di vita, d’una vita che meritava d’essere pienamente assaporata.

Provò, dopo anni, il piacere di respirare aria pura e s’accorse, e fu una rivelazione improvvisa, di non desiderare più di fumare, neanche un po’.

Oggi, un pacchetto di slim dorme da sei anni nel cassetto; ormai non odora quasi più di tabacco.

Avrebbe potuto gettarlo via allora … però in tal modo avrebbe allontanata ma non vinta l’eventuale tentazione mentre invece guardarlo, girarlo tra le mani ogni tanto e trovarlo del tutto indifferente rafforza in lui la convinzione di avercela fatta.

Foto dal web rubata a Sara L.P.