Eravamo in quattro, ieri sera.
C’era Antonio Viaggione, detto Fregantò, alto unoecinquantrè in contumacia, rappresentante di cianfrusaglie elettroniche e noto specialomane (specialista cleptomane) dell’International Travelling, dei saccheggi di AutoGrill e asportazione sodomita di asciugamani-accappatoi-ciabatteinspugna-kitperilcucito-bagnoschiumashampoo dalle camere dei quadristellari alberghi visitati.
C’era Alberto Allegria IV, detto Binario, paraculo parastatale, 49 chili scarsi di umore (e alito) cattivo mantecati alla negazione della joie de vivre e sospetto catalizzatore di temporali, ruote bucate, lutti improvvisi, ritardo di treni ed aerei, gonfiamento spread, pestate di merda. Spesso associato a repentini e poco visibili sfregamenti di gonadi.
C’era Nestore Stoceppo, detto AncoraTù, addetto alle pubbliche relazioni di una ditta nazional-inutile, ego grande come il lago di Martignano e capacità intellettive che non riempiono un ditale, chiamato STM-FTM (son tut mi, fas tut mi) autopresenziante in qualsiasi accadimento di cui non viene richiesta l’opra sua (presentazioni powerpoint fumose, piantatura chiodi, disocclusione lavandini, livellamento gambe tavoli) ed umana garanzia di fallimento dello stesso.
E c’ero io, Isacco Gabbasani, detto Cannavota, ex programmatore, ex-asciutto come un grissino di Torino e correntemente afasico-balbettante, alla continua ricerca di una ex-professione ed incapace di voler bene e voler male. Miope, presbite, astigmatico e un po’ stronzo.
“C-C-Che si fa, un p-pokerino?” chiesi.
“Non si può, qualcuno ha rubato le carte” accennò Binario, guardando Fregantò.
“Ho un’idea. Raccontiamo la cosa più incredibile che abbiamo fatto” suggerì AncoraTù.
Silenzio. Forse l’idea non era così peregrina, meglio che guardarci negli occhi (per me, comunque, esercizio inutile senza occhiali trifocali) o commentare le nuances dell’alito di Binario.
“Inizio io” avvertì preventivamente AncoraTù (e ti pareva). “Io ho salvato più di 400 persone su un 777 che sorvolava la Nova Scotia. Uno dei motori aveva ceduto, i piloti erano in shock da scarlattina istantanea e ho preso il comando, atterrando al JFK con destrezza di manovra. Il Sindaco di New York mi ha regalato, poi, una targa d’oro con una cerimonia formale consegnandomi anche la cittadinanza onoraria.“
“N-n-non l’ho letto s-s-sui giornali” dissi io.
“Non volevo si sapesse, l’invidia è una brutta bestia.” chiosò AncoraTù.
“Io, durante una trasferta a Lione, ho alloggiato all’Hotel dei Re nella Camera delle Meraviglie, e sono riuscito a fregarmi tutta la stanza, incluso: corredo, mobilio, sanitari, armadio, letto king-size, appliques e due cameriere creole niente male” disse Fregantò.
“E come hai fatto a portar via tutta quella roba?” chiese Binario.
“Ero andato su con un camion.” rispose Fregantò.
“Io ho trovato, nel mercatino del mio rione, il libro più prezioso al mondo, il libro che non può essere trovato, il libro maledetto. Il Necronomicon. L’ho scovato su una bancarella di libri di cucina e di fiabe per bambini, piccolo, nero e dannato.” raccontò Binario.
“Accidenti. E che cosa ne hai fatto?” domandò AncoraTù.
“Niente. Pioveva, sono scivolato sul guano di piccione e mi è caduto in un tombino.” sentenziò Binario.
Appena dopo la fine dell’enunciazione gli sguardi dei tre si posarono su di me. Stavolta li avrei fregati, ed avrei fatto un figurone da leggenda metropolitana. Iniziai con voce calma, senza ombra di balbuzie o di impedimento verbale.
“Grazie alla mia abilità di programmatore di calcolatori, sono riuscito a costruire un androide che replica esattamente le mie fattezze, la mia voce, il mio carattere ed i miei difetti, balbuzie inclusa. L’androide è talmente ben fatto e fedele che, entrato in funzione quattro anni fa, mi ha sostituito al lavoro e nella normale vita sociale. In questo momento state proprio parlando con lui, e non con il vero Cannavota, che è alle Mauritius in un villaggio all-inclusive.“.
Ancora silenzio.
“Non ci credo” disse Binario.
“Non è possibile” disse Fregantò.
“Boom! E’ arrivato Einstein” disse AncoraTù.
Avreste dovuto vedere la loro faccia mentre, con movimenti lenti e maestosi, mi sono tolto la camicia e ho svitato il pannello centrale all’altezza del petto, mostrando ingranaggi, leve e lucine costruite pazientemente dal mio padrone.