Sono sveglio. Che ore ho fatto, le 7? Mi alzo, vado alla finestra, la apro. Come è il tempo? mi chiedi. Bello, rispondo. Il mare è azzurro  il sole si specchia sull’acqua. Grandi Navi Bianche nel porto esalano sottili fili di fumo candido. Il cielo è sereno e vedo volare centinaia di rondini che si rincorrono eseguendo spericolate acrobazie. Gabbiani lanciano i loro rauchi richiami e volano lentamente, come sospesi nell’aria e…

Sveglia! Suona la sveglia, sono le sette, sì, mi alzo. Come è il tempo? Faccio un grugnito, mi volto e guardo la centralina meteo appesa al muro. Acido rispondo. Almeno abbatterà le polveri sottili! dici, sfregandoti gli occhi. Mi alzo e vado in bagno. Hai cambiato i filtri ai bambini?  urli dall’altra parte dei trenta metri quadrati del nostro appartamento. Non ancora, lo faccio subito. Vado nell’armadietto, prendo le maschere, svito i filtri antiparticolato, li metto nel rigeneratore e al loro posto monto quelli antiacido. Se andiamo avanti così ci vorranno i respiratori a circuito chiuso, penso. Ma chi ha i soldi?
Prima di uscire fagli mettere le mantelle, che la pioggia acida gli rovinerà i vestiti!

Certo rispondo, mantelle e galosce, ci mancherebbe!

Vado alla finestra, apro i vetri, la griglia antifurto e gli scuri blindati, quindi guardo il cielo: rosa con chiazze marroni, le nuvole scure si confondono con il grigio acciaio del mare. La centrale a carbone sta eruttando tonnellate di fumi, si vede che si sono di nuovo dimenticati di pulire i filtri la notte, quando non vede nessuno. Il porto è deserto, come al solito, a parte alcune enormi portacontainers dai colori scuri intorno alle quali ronzano gigantesche ralle che in lontananza sembrano insetti.
Mi ricordo all’improvviso del sogno e alzo gli occhi al cielo, cercando gli uccelli, ma è vuoto come sempre.

Scuoto la testa: rondini, gabbiani? Mah!