IMPARA AD AMARE
Quella ragazzina ormai cresciuta aveva sempre una valigia pronta e la smania di partire. Sì, era proprio smania, non voglia. È quella che ti prende quando riesci a star bene da qualche parte solo per un tempo determinato, ma poi te ne devi andare, lasciare tutto e tutti e cercare un’altra avventura. Non è neanche sete di avventure, quello è un desiderio forte dell’anima, che con le smanie ha poco a che vedere. Le smanie sono irrequietezze del cuore.
Il mare, solo il mare, riusciva a trattenerla e a darle pace, dolce animo inquieto.

LEI: Eccomi, gli disse.

MARE: Ti chiamo e ti richiamo: non mi sentivi?

LEI:  Ogni giorno. Anche solo guardando una foto. Solo che non sempre posso rispondere.

MARE: Come stai?

LEI:  Come se fosse sempre estate, quando ti vedo. Come se l’estate fosse sempre lontana, quando ti aspetto.

MARE: Ah, tu aspetti me? Sai che non posso muovermi da qui.

LEI: Anche se sono io a venire, ti aspetto. Strano, vero?

MARE: E così ce l’hai fatta a fermarti, ragazza con lo zaino. Dove sei stata? Cosa hai visto? Tutti mi raccontano quello che hanno visto. Dicono che il mare parli, in verità il mare ascolta e poi riporta. Riporta a galla tutto, e se qualcosa galleggia, vuol dire che è leggero.

LEI: Riporta a galla i miei pensieri e affanni allora.

MARE:Lo sto già facendo. Ti senti forse ancora l’animo arruffato?

LEI: No..

MARE: Hai dormito stanotte?

LEI: Ho sognato. Ma non ho avuto paura.

MARE: Hai paura di solito?

LEI: Mi ci sono abituata.

MARE: E di cosa hai paura?

LEI: Ho paura di quello che dovrò affrontare in sogno. Non posso prevederlo, non posso evitarlo.

MARE: Capisco.

LEI: Davvero?

MARE: No. Ma sì. Io non so mai chi solcherà le mie acque o calpesterà i miei lidi. Non posso saperlo e non posso prevederlo. Questo mi rende affascinante. Anche tu sei affascinante, donna con lo zaino.

LEI: Mi hai chiamato donna, ora, non ragazza.

MARE: Sei una donna, ragazza mia. Conservi l’energia di una ragazza, ma hai gli occhi di una donna. E sei bella. Te lo dicono mai? Io ti ho visto crescere, ragazzina dietro un pallone! Un maschiaccio allegro, una boccata di allegria e di diversità.

LEI: Questo ogni tanto mi ha fregato.

MARE: Lo so. Ti ho vista. Eterno bocciolo che tardava a sbocciare. Ora sei bella. Bella dallo sguardo triste.

LEI: Eppure dicono che i miei occhi ridano..

MARE: Brillano, non ridono. Come tutti gli occhi tristi.

LEI: Ora devo andare..

MARE: Ti aspetto.

LEI: Mi mancherai. Tu solo sai aspettarmi.

MARE: Impara ad amare, Martina, e saprai aspettare e farti aspettare anche tu.

LEI: Mi hai chiamato Martina, ora?

MARE: Bhè, non ci conosciamo?

LEI: Buonanotte, mare.

MARE: Buonanotte, Martina.

—-

MARE: Ah, un’altra cosa.

LEI: Tanto stavo camminando accanto a te. Dimmi pure.

MARE: Sei innamorata?

LEI: Volevo anch’io giusto chiederti cosa fosse l’amore.

MARE: Hai visto quante coppiette felici passano di qui?

LEI: Sì. Sono loro l’amore?

MARE: Loro sono l’amore.

LEI: Mi regali degli esempi, insomma.

MARE: Esatto. Ti regalo degli esempi di coppie che si baciano, coppie che parlano, che camminano mano nella mano, che si stanno appena conoscendo.

LEI: E io?

MARE: Tu vieni sempre sola a parlare con me. E non mi trovi neanche romantico!

LEI: Bella burla sono, eh?

MARE: Sei difficile. Tanto bella quanto difficile.

LEI: Lo dice anche lui..

MARE: Lo so.

LEI: Lo dovrei lasciare?

MARE: Dovresti lasciarlo andare dentro te. Tu non gli permetti di entrare dentro te. Gli hai alzato la barriera.

LEI: Non riesco…

MARE: Non vuoi.

LEI: Non voglio…

MARE: Balla Martina!

LEI: Cosa?

MARE: Vai a ballare!

LEI: Ah ah, vuoi che partorisca una stella danzante?

MARE: Hai il caos dentro.

LEI: Ma è molto ben organizzato.

MARE: È molto ben difeso. Ho intravisto un sorriso: ti stai sciogliendo.

LEI: Non avrai le mie lacrime, mare.

MARE: Lo so. E francamente, sono già abbastanza salato così.

LEI: Ah ah, e sei gratis!

MARE: Non ce la fai proprio a non fare battute stupide, eh?

LEI: Vado, vedo una coppia che commina separata: wow!

MARE: Ti rallegri sempre di quel che vuoi vedere.

LEI: Ma secondo te, è molto lontano dove devo arrivare io?

MARE: E che ne so: per me tutti i marciapiedi sono uguali. Cammina, Martina. Se non sai esattamente cosa cerchi, è più probabile che tu lo trovi..

LEI E LUI

MARE: Non sapevi dove sederti, vero?

LEI: Neanche adesso lo so.

MARE: Ma hai trovato un segnale.

LEI: Ma mi tocca darti le spalle.

MARE: Tu cerchi segnali ovunque: così è troppo facile trovarli.

LEI: Mi stai dicendo di ignorarli?

MARE: In realtà non so neanche io cosa sto dicendo. Blatero anche io.

LEI: Blaterare a volte non è così sbagliato. È un brainstorming innocuo, credo.

MARE: Come sta andando?

LEI: La vita intendi?

MARE: Te, intendo. Ho sentito che tutti ti chiedono come va, come stai, e tu rispondi.

LEI: In che senso rispondo?

MARE: Loro lo fanno per lavoro, per educazione. Mentre tu non vedi l’ora di dire che non stai bene e di lamentarti. Forse dovresti smetterla.

LEI: Forse dovrei.

MARE: Li spaventi.

LEI: E li ammalio.

MARE: E non vuoi.

LEI: E non voglio. Stavolta non voglio ammaliare nessuno.

… Forse dovrei lasciarlo.

MARE: Forse dovresti.

LEI: Forse ora è meglio che vada.

MARE: Forse non ce la farai a starmi lontano.

LEI: Non è colpa mia: ora stai urlando.

MARE: Tu stai urlando. Tu vuoi sentire me chiederti di rimanere.

LEI: Rimango un altro po’.

MARE: Lui non passerà. Succede solo nei film. È in giro con i suoi amici, adesso.

LEI: Lo so. Ma lui non passerà di qua neanche se vado nella mia stanza in hotel. Ma so che ogni tanto lui sta pensando a me.

MARE: Lo incuriosisci.

LEI: Ama le montagne.

MARE: Hai fatto bene a dirgli che le odi.

LEI: E poi ha un’altra mentalità.

MARE: Forse più vicina alla tua, ma tu non vuoi saperlo.

LEI: E non si chiama Andrea.

MARE: Per fortuna, direi!

LEI: Qui si sta veramente bene..

MARE: Sì. Si sta. Vivi Martina, hai tutto per vivere. E hai me.

LEI: Come fanno gli altri senza te?

MARE: Mi cercano.

LEI: E quelli che non sanno che esisti?

MARE: Non possono sentire la mia mancanza.

LEI: Ma cosa possono avere le montagne di tanto speciale?

MARE: Io questo non lo so. Dovresti chiederlo a loro. Ma se tu preferisci i mori con gli occhi che strizzano, resti indifferente di fronte a un biondo con gli occhi grandi.

LEI: Hai sempre una risposta.

MARE: Come te, del resto.

LEI: Touchè. Vado, mare.

MARE: Vai, Martina. A domani! E non me la prendo se non passi..

AM I GUILTY?

LEI: Sei un po’ arrabbiato.

MARE: Rifletto te. Le tue turbolenze interiori.

LEI: Eppure stanotte sono andata a letto così tranquilla…

MARE: Ti manca, eh?

LEI: Non so neanche se realmente esiste…  Ieri lo guardavo cercandone i difetti. Le mie trappole mentali! Poi mi ha sorriso e al “Perché?” ho sostituito un sorriso di risposta.

MARE: Quante cose sa di te quest’uomo che non esiste.

LEI: Tante…

MARE: Tanto che ha smesso di spaventarsi.

LEI: “Just enjoy Martina and her Life!”

MARE: Hai fatto bene a correggerti: la sua vita, non la vita.

E così rimarrete in contatto, con questa persona che non esiste.

LEI: Forse. Mi viene da ridere: in una settimana solo ieri mi ha dato il suo indirizzo email, il suo numero e ho capito il suo nome. Poteva davvero non esistere!

MARE: Così hai tu in mano il potere: “you decide”.

LEI: Ahah, e neanche mi interessa averlo!

MARE: In che modo strano entri ed esci nella vita delle persone!

LEI: Sai, ho pensato che se il mio ragazzo mi avesse tradito, non era proprio tradimento. Io non c’ero.

MARE: Ma oggi ti ha chiamata “amore mio” e hai avuto un sussulto.

LEI: Già, un bel sussulto. Sai proprio tutto tu!

MARE: Sono giorni che ti aspetto. E anche la tua roccia, quel piccolo angolo tuo che cerchi ovunque e che hai trovato anche qui.

LEI: Domani, domani vado a salutarla. Manca anche a me.

MARE: Enjoy your day, Martina.

LEI: ancora una domanda. …Am I guilty?

MARE: Yes, you are. And you know. E dovrai conviverci.

LEI: Sì, dovrò.