“Duro? No. Sono fragile, mi creda.
Ed è la certezza della mia fragilità che mi porta a sottrarmi ai legami. Se mi abbandono, se mi lascio catturare, sono perduto.”

(José Saramago)

Ecco, così…
Quante persone, in fondo, restano sole proprio per il timore, spesso inconscio, di un legame che, erroneamente, potrebbero considerare come limitante della propria libertà?
Ma quale libertà?
In certe condizioni, quella che consideriamo e definiamo come “libertà” altro non è che un paravento alla paura “dell’altro” e delle limitazioni – perché come tali vengono spesso avvertite – che da un legame potrebbero derivarci.
Sono molti, quelli che si trovano in simili situazioni, magari pure ricche di relazioni e contatti “altri”, ma non – in definitiva – di “quel” contatto, quello con un/una partner di vita che interiormente, o inconsapevolmente, viene avvertito come un attentato alla propria presunta “libertà”…
Certo, non è sempre così.
Ci mancherebbe.
Ma sono comunque situazioni frequenti nella vita delle persone. Di quelle che rifuggono i legami, in particolare.
La solitudine, la non-condivisione, di sé e di quanto a se stessi legato, per mascherare una fragilità di fondo che fa considerare con angoscia inconsapevole la possibilità di un legame, di una relazione, di un condividersi con un lui/una lei…
Ed ecco, allora, l’apparente durezza, fuori. Che nasconde spesso tenerezza e dolcezza infinite, se solo le si lasciasse trasparire ed emergere…

Dammi la mano.
Abbandonati.
Volare, sai, si può.