Due ante socchiuse lasciavano intravedere un pò di luce.
Era lì che viveva da anni chiusa nel buio totale, accatastata in bilico non si sa come con la paura di cadere e di farsi male.
Una puzzetta di chiuso la invadeva e il suo aspetto opaco non era dei migliori.
“Oh! uno spiraglio di luce, povera me beata gioventù ora respiro un pochino”.
“Gli ho fatto comodo negli anni passati, sono stata sempre un pò grassottela e panciuta ma facevo la mia bella figura.
Da quando la signora Tilde si è ammalata ha ancantonato pure me la figlia Mariolina, mi ha sostituita con dei contenitori quadrati in plastica orrendi.
Lei si Tilde che sapeva lucidarmi e ripormi in prima fila.”
“La mia lucentezza trasparente faceva intravedere i colori più belli e golosi dei miei amici che gioivano nuotando in un dolce liquido, quando mi portava al centro della tavola ero un omaggio agli occhi specialmente dei bimbi che festosi battevano le mani.”
Gliela farò pagare a Mariolina con il suo modo di fare moderno, il mio viso di vetro con occhi trasparenti come ghiaccio osservano in silenzio tutto, anche quel coso rumoroso che usa e macina i miei poveri amici devo chiamarli e organizzare qualcosa per far sparire tutto questo indecente moderno modo di fare e riprendermi il mio posto a tavola con loro.”
Ormai parlava solo con Cucchiaione Argentato suo amico di tavola, appoggiato lì vicino, pure lui si lamentava del suo impeccabile e ornamentale lavoro svolto a tavola, ormai sostituito da altri in plastica che Mariolina nemmeno lavava, li buttava direttamente.
Gli amici di Ciotolona erano lì sul tavolo in bella mostra dentro un cesto, erano tristi anche loro ascoltavano in silenzio le sue lamentele.
C’era lei la rossa spiritosa Fragolina golosa, la gialla banana Molly sonnecchiava sdraiata, il verde kiwi Marietto pelosetto che faceva l’occhiolino alla mora Paolina, poi c’era la verdina mela Marlene con il tondo Clemente dai spicchi solari, nel mentre fuori dal cesto si dondolavano i dolci chicchi di Regina uva.
“Svegliati urlò Fragolina a Molly, ci sta chiamando Ciotolona vuole parlarci a tutti.”
Molly stiracchiandosi aprì gli occhi e vide Marietto con Paolina, Marlene, Clemente e Regina che si rotolavano dal cesto sopra il tavolo e dal tavolo fino al pavimento.
“Ma cosa fate urlò Molly siete impazziti vi farete male, vi ammaccate diventerete tutti neri, ne so qualcosa io che quando divento nera mi buttano via.”
Fragolina rispose arrabbiata:
“È proprio quello che vogliamo, siamo stufi tutti di entrare in quel terribile barattolo elettrico che ci frulla e ci miscuglia e i nostri vivaci colori che diventano uno solo, basta!”
Ciotolona fece capolino dalla credenza, “grazie amici siete stupendi, fra poco tornerà Mariolina e vedrà che sorpresa!”
Intanto Red il gatto rosso di Mariolina sonnecchiava sotto il tavolo sopra una sedia, sentì a malapena la porta di aprirsi, con occhi semichiuisi intravide Mariolina che entrava in cucina.
“Red!” L’urlo di Mariolina lo fece scattare e saltare giù dalla sedia, come un razzo scappò via in camera e si infilò sotto il letto.
“Ma tu guarda cosa hai combinato hai rovesciato il cesto della frutta.”
Mariolina si inchinò e cominciò a raccoglierla.
“E ora il frullato per i ragazzi? La frutta è tutta rovinata!”
Un idea gli balenò in testa
“Idea! ora preparo una bella macedonia come faceva la mia mamma per recuperare la frutta rovinata, d’altronde lei si arrangiava così, non ci faceva i frullati.”
Andò verso la credenza semiaperta,
Ciotolona era lì che osservava tutto, fu presa da Mariolina che la portò delicatamente sul lavello, la lavò, Ciotolona sorrideva soddisfatta nella sua trasparente bellezza.
Mariolina cominciò a tagliuzzare la frutta che adagiò nella pancia di Ciotolona.
Fragolina, Marietto, Molly, Clemente, Paolina e Regina sotto la spinta di Cucchiaione Argentato felici saltavano gioiosi tra una nevicata di zucchero.
Quando i ragazzi rientrarono trovarono una tavola gioiosa piena di dolci colori.
Ciotolona soddisfatta sorrideva in silenzio aveva ritrovato il suo posto in bella vista, mentre Argentone Cucchiaione gli strizzava l’occhio.