“Caro amico, ti dirò per iscritto ciò che non ho mai saputo dirti a voce. Siamo stati inseparabili per molti anni, eravamo più che fratelli, la nostra era un’amicizia invidiabile, come poche al mondo ma… un giorno arrivò lei, bella e leggiadra come una farfalla. Si innamorò subito di te e tu di lei. Io guardavo il vostro amore crescere ogni giorno, mentre il mio cuore scoppiava di dolore. Scelsi di andarmene altrove per non intralciarvi, ma soprattutto per non confessare che anch’io amavo lei, di un amore mai provato, sconvolgente. Tu mi guardasti addolorato: “Perchè vai via?” “Vado a cercar fortuna” risposi. Ora saprai la verità, o forse non la saprai mai, perchè per l’ennesima volta, strapperò la lettera”

 

OGGETTIVAMENTE E SENZA COMMENTI

Ciao Paolo, ti scrivo per dirti qualcosa che non ho mai avuto il coraggio di confessarti. Per anni siamo stati amici inseparabili e, mi sbilancio a dire, uniti quasi come fratelli di sangue, un sentimento che forse qualcuno ha invidiato ma questo non lo sapremo mai se non interpellando i diretti interessati. Qualcuno l’ha definita un’amicizia come poche al mondo, ma non conosco tutte le amicizie del mondo per poterlo riportare come verità oggettiva. La verità oggettiva è solo che un giorno Ramona è entrata nelle nostre vite. Era bella e dai movimenti eleganti. E si è innamorata di te. E tu di lei. Ho osservato il vostro amore crescere nel tempo e ne ho provato dolore. Un forte dolore. Così ho preso la mia decisione: me ne sarei andato altrove. Per due semplici e pratici motivi. Vi sarei stato d’intralcio, non potendo più essere me stesso e vostro amico,  visti i miei sentimenti verso di lei. Mi ero infatti innamorato anche io come non mi era mai successo prima. Ecco, questo secondo punto è anche il motivo per cui ti scrivo: perché tu dopo tanti anni sappia la verità sul mio allontanamento. Allora ti mentii. Alla tua domanda sul perché andassi via ti risposi che volevo cercare fortuna. Dovevi capire che era una risposta che diceva tutto e niente. Cercar fortuna non ha un gran significato, se non si ha bene in  testa un concetto di fortuna. Volevo solo allontanarmi da voi, che avevate la fortuna di esservi reciprocamente innamorati. Questa è la pura e semplice verità. Credo sia giusto che tu la venga a sapere. Anzi no, non la saprai mai, perché distruggerò anche quest’ennesima lettera.

DRAMMATICAMENTE

Caro Paolo, bevo l’ennesimo bicchiere di whisky sperando mi dia la forza di aprirmi a te. C’è qualcosa che mi lacera il cuore da tanto, troppo tempo. Cambiar vita, città, amici, molteplici donne è servito a poco. Il mio compagno fidato è ormai il bicchiere. Questo pezzo di carta, invece, mi tradisce ogni volta che lo impugno. Ahi, tremenda è la vita di chi ha conosciuto l’amor non ricambiato! Ancor più tremendo è portar questo sentimento nascosto negli angoli remoti della nostra anima per non ferire qualcuno che ti è parimenti caro quanto l’amata. Il mio allontanamento, chiamiamolo esilio, che più si addice alla tragedia che porto sempre con me come un fagotto pesante, non ha cancellato l’amicizia che provo per te. Quella che abbiamo vissuto e condiviso per anni. Fratelli non di sangue ma di cuore, diceva qualcuno con ammirazione, qualcun altro con latente invidia. Paolo, fratello mio, scusami se son scappato via. “Cercar fortuna”: quale scusa più assurda potevo trovare per una fuga. Son scappato, codardo pagliaccio che non sono altro. E mentre fuggivo calavano le lacrime sul mio viso come cala il sipario sulla rappresentazione di una tragedia. La mia personale tragedia era la vostra storia d’amore. Tu e Ramona, fatti per stare insieme. L’uno l’altra metà della mela dell’altro, mentre a me toccava la parte del baco. Del terzo incomodo, dell’amico innamorato della stessa donna. Un sentimento che ho cercato di ostacolare, combattere e sconfiggere. Ma baco ero e baco rimango. E lei, Ramona, una farfalla. E tu, amico mio, il suo fiore. Codardo, codardo e ancora codardo, non riuscivo a sopportare tutto questo. Non riuscivo ad essere amico tuo, quando la tua felicità era la lancia che mi trafiggeva il cuore. Forse l’hai sempre saputa, la ragione della mia fuga. La sfortuna dietro quello frase “vado a cercar fortuna”. Ma da buon amico, da fratello qual eri, mi hai lasciato andare. O forse no, forse non ti saresti mai immaginato che proprio io mi sarei allontanato da te nel momento in cui avevi incontrato la felicità. Spero di trovare un po’ di pace scrivendoti queste poche righe. Scolo l’ultima goccia di whisky e il codardo pagliaccio che è in me avrà forse il coraggio di spedirti questa lettera..direttamente nel cestino. Non ce la faccio, non saprai. O forse hai sempre saputo, chissà.

UMORISTICAMENTE

T’ho sorpreso vero? Una lettera nella buca delle lettere nel 2017. E da chi poi? Da chi ti ha dato buca tanto tempo fa. Ci chiamavan fratelli da quanto eravamo uniti. Ti ricordi quante ne abbiamo fatte insieme? A volte mi trovo a ridere da solo pensando agli anni di scuola. Le marachelle che combinavamo, direbbe mia nonna. Chicco e Spillo, ci chiamavano, visto che a quei tempi andava di moda Bersani, ma quello allegroso dei Coccodrilli, non l’intellettualoide che non si capiva più cosa volesse dire col pescatore di asterischi. Che se oggi si mettesse a pescare hashtags non la finirebbe più. Banalizzo, ridicolizzo, amico mio. Il vizietto della battuta non me lo son tolto: son rimasto stolto. Ti immagino mentre leggi divertito e pensi “quella testa di c… non cambierà mai”. E invece m’è toccato cambiare. Cambiar vita, cambiar aria, cambiare vista e punti di vista. Invece di Bersani m’è toccato immolarmi alla Mannoia: come si cambia, per non morire, come si cambia, per amore. Stai sempre insieme a Ramona? Me lo auguro, altrimenti ho sofferto invano. E soprattutto vi ho mollati per non rimanere a fare il cero, non è che mò mi dici che hai cambiato candelabro! È ancora bella da morire? Leggiadra come una farfalla è volata tra le tue braccia..e io come l’elefante di Zarrillo me ne son andato girovagando a cercar fortuna. La prima scusa che mi venne in mente: ammazza che fantasia, a ripensarci adesso. Potevo studiarmela meglio. “Andare a cercar fortuna” sa proprio di sfigati. Di chi dice: se non vado io, figurati se la fortuna becca me. Mentre sparavo quella grande boiata del secolo mi venivano in mente le parole del nostro prof di latino: fortuna è una vox media. Mi feci coraggio pensando che in medio stat virtus e mi convinsi che non avevo studiato invano: potevo dar sfogo alle mie reminescenze classiche per accampare scuse sofisticate alla mia ricerca di futuro accampamento. E vabhè, l’avrai capito: il tuo migliore amico s’era innamorato della tua ganza. E da ragazzino era talmente ingenuo  da pensare che l’amor tutto può e tutto distrugge. Ma soprattutto amor vincit omnia, per giunta per omnia secula seculorum. E tu avevi vinto e io perso. E per omnia secula seculorum è un tanti nello lunga come attesa. Fine dei giochi: il pallone era il tuo e io dovevo tornarmene a casa triste e addolorato. A ripensarci mi facevo pena da solo. Chiuso in cameretta, al buio delle tapparelle abbassate, a piangere ascoltando Baglioni. Mi son risparmiato Masini, ma questo non mi fa sentire più figo. E oggi, che di anni ne ho 40 suonati son pronto a dirti tutta la verità: sono stato un coglione.  Ma facciamo che me la tengo per me e getto questo foglio di carta nel cestino, cercando di fare canestro e esultando come Michael Jordan in Space Jam. Va bene se mi firmo Willy il Cogliones? Tanto manco questa la leggi, quindi decido io. Bella, amico mio. Alla prossima prova di coraggio..magari fra altri 40 anni. Che così sarò sicuro che anche Ramona sarà diventata un cesso.

ROMANTICAMENTE

E così eccomi qui, amico mio caro, a imprimere su un foglio di carta i miei tormenti interiori. Amico mio lontano, fratello mio dell’età più bella, compagno di giochi e di tempi andati, sento ancora il cuore palpitare ricordando quanto al nostra amicizia fosse unica e speciale. Mi ritengo uomo fortunato ad aver vissuto un sentimento, un legame, così invidiabile e unico da essere considerato uno delle sette meraviglie del mondo. Che dico, dell’universo. Eppure nel cuor mio albergava un altro sentimento, egualmente forte e dirompente: l’amore. Che siamo, amico mio caro, senza un cuor che batte all’impazzata al cospetto della donna amata? E quanta sofferenza può insediarsi in noi quando il nostro amor non è corrisposto? Che la vita ti risparmi questa sofferenza. Ti ho augurato sempre il meglio e il tuo meglio era lei, Ramona. La leggiadra fanciulla per cui anch’io mi struggevo. “L’amor che move il sole e l’altre stelle” mosse anche me, lontano da voi, lontano dal vostro idillio. “Perché te ne vai?”, mi chiedesti. “Vado a cercar fortuna”, ti risposi. Andavo a cercar di alleviare le mie pene: lontano dagli occhi lontano dal cuore, ripetevo a me stesso. Ora finalmente saprai la verità. O forse essa rimarrà a te ancora oscura perché, per l’ennesima volta, strapperò questo lettera complice del mio tormento.